E' una crisi che viene da
lontano quella che a Crotone, ha determinato la sconfitta della sinistra
l'11 maggio scorso. Da cosi' lontano che oggi sono in pochi a considerarla
un evento anomalo, un episodio sfortunato, una svolta imprevista.
Imprevista, semmai, e' la forza,
l'entita' della sconfitta. Ma non la sconfitta . Ecco le cifre ed i dati
(questi s“ sorprendenti): il PDS, col 16,8% dei suffragi e' al suo minimo
storico, Rifondazione Comunista dimezza i consensi, mentre il candidato
a sindaco dell'Ulivo prevale solo in undici sezioni su centodieci, si parla
infatti di una perdita di consensi non episodica, diffusa su tutto il territorio
e determinata, con buona approssimazione, da tutti gli strati sociali della
Citta'.
Una Citta' che, fino a pochi anni
fa, con la Sinistra era stata a tutt'uno e che oggi scivola a destra se
non proprio con convinzione, di sicuro, pero', con una nuova e piu' "laica"
consapevolezza.
Quello che e' avvenuto a Crotone,
rasenta "la crisi di rigetto" di una esperienza di governo e di rappresentanza
lunga cinquant'anni, rispetto alla quale la gente, questa volta, ha manifestato
una netta e perentoria volonta' di cambiamento.
Una scelta, degna peraltro del
massimo rispetto, di cui si era avuta piu' di un'avvisaglia in precedenza
e che pare oggi determinata da ragioni cosi' forti e profonde da prevalere
su ogni altra considerazione, politica o ideologica.
Da questo punto di vista, forse
non e' azzardato parlare della fine di un'epoca.
Tutto lascia pensare che d'ora
in poi il metro di giudizio sara' sempre piu' laico, vince chi merita o,
comunque, chi ispira piu' fiducia rispetto a chi ha demeritato.
Nella sconfitta della Sinistra
a Crotone, Citta' "rossa" per antonomasia, c'e' di tutto: le preoccupazioni
e le aspettative di un'area sconvolta dalla crisi e alla ricerca di un
nuovo equilibrio sociale, politico ed economico; le difficolta' e gli errori
di una Sinistra frammentata ed esposta alla spregiudicatezza dilagante
del peggior arrivismo; l'incapacita' del PDS, complice di una Direzione
regionale disinvolta ed opportunista, di misurarsi con i problemi e la
realta' di una Citta' stravolta da trasformazioni economiche e sociali epocali.
Come in un sistema di scatole cinesi,
all'interno degli errori e delle difficolta', pesano maggiormente le gravi
responsabilita' di quei gruppi dirigenti che alla domanda di confronto,
impegno etico e visibilita' politica, non hanno dato risposta o hanno replicato
con inedita presunzione ed arroganza.
Come giudicare l'accantonamento
del Sindaco uscente, Gaetano Grillo, e la contestuale ricandidatura di
tutti i suoi collaboratori di Giunta, senza nemmeno tentare uno straccio
di riflessione, se non come atto di arroganza?
E come giudicare tante altre scelte
consumate "in nome del popolo" senza mai sentirne il respiro e consultarlo?
E' il caso del Piano regolatore,
della gestione complessiva del territorio, della politica tariffaria, e
l'elenco potrebbe facilmente allungarsi.
La crisi che investe la Sinistra
ed in modo particolarmente preoccupante il PDS, e che in buona misura ha
concorso a determinare il risultato dell'11 maggio, e' decisamente una crisi
di idee, di militanza, di partecipazione; proprio per questo e' una crisi
che ripropone il problema della gestione del Partito, della democrazia
interna e del rispetto delle regole - etiche e politiche - del gioco.
Da quando ha allentato i suoi legami
con il territorio, da quando la sua immagine e la sua credibilita' si sono
appannati, perdendo lo smalto di un tempo, da quando infine ha creduto
di poter fare a meno di un approccio critico ai processi che attraversano
la societa' moderna, il maggior Partito della Sinistra, il protagonista
delle mille battaglie per la libertˆ e l'emancipazione, ha smarrito con
la capacita' di ascolto anche la possibilita' di cogliere e dare voce alle
ansie ed ai bisogni della gente, a partire da quelli piu' urgenti come il
lavoro, i servizi, la qualita' della vita.
Nessuna "rappresentanza" abita
piu' in quelle stanze ed e' una perdita grave per la Citta' prima che per
il Partito.
Se andiamo indietro nel tempo e
guardiamo alla storia, anche recente, di Crotone, del resto, non pu˜ sfuggirci
come questa sia in gran parte la Storia della Sinistra.
Le lotte per la terra e lo sviluppo
industriale avevano introdotto nel tessuto della Cittˆ profonde trasformazioni
economiche e sociali. Contestualmente vi era stato da parte della Sinistra,
PSI e PCI, un notevole sforzo di modernizzazione e sprovincializzazione
della Citta', tant'e' che anche sul piano culturale non erano mancate novita'
importanti. Il Premio Letterario "Cittˆ di Crotone", ad esempio, aveva
raggiunto, anche per la dimensione dei consensi ed il ruolo della promozione
e diffusione della cultura, livelli di assoluto valore ed interesse nazionale.
La pratica della liberta' e della
democrazia, del coinvolgimento dell'opinione pubblica e delle varie articolazioni
democratiche nel governo della Citta', era diffusa e profondamente radicata
nella coscienza e nei comportamenti della gente.
E gli attori dello sviluppo, in
questo quadro, non mancavano di godere (giustamente, diciamo noi) di grande
considerazione e prestigio. E' soprattutto a loro - agli operai, ai contadini,
ai ceti medi produttivi ed intellettuali, alle donne ed ai giovani, alle
forze politiche della sinistra e del PCI in particolare - che va ascritto
il merito di avere trasformato Crotone in una "Citta' modello" per la Calabria
ed il Mezzogiorno.
La Citta' in quegli anni ha capito.
E ha ripagato ogni volta l'impegno e la dedizione della Sinistra e dei
comunisti affidandogli il governo della Citta', con maggioranze "emiliane".
Quell'esperienza, frutto di sacrifici
e di lotte, di impegno politico e tensione morale, era in realta' sopravvissuta
anche all'esodo di massa, tanto che, negli anni '70-'80, la Citta', con
la realizzazione di nuovi quartieri da quindicimila abitanti, aveva conosciuto
una nuova stagione di espansione urbana e di sviluppo economico. Con la
crisi dell'apparato industriale e produttivo e la perdita di migliaia di
posti di lavoro fino al noto re-engineering che ha prodotto i "fuochi
dell'Enichem" inizia la fase del declino economico, sociale e politico
della Cittˆ.
Le poche novita' del terziario non
bastano a compensare le perdite, poco o nulla si muove nel Terzo settore
e la disoccupazione, non solo giovanile, raggiunge livelli di grande preoccupazione
(il 33,6% della popolazione attiva).
Dilagano lo spaccio e il consumo
di droga, la criminalita' organizzata, l'abusivismo. E nella vita quotidiana
della Citta' sono evidenti i segni della riduzione dei diritti, dello scadimento
della qualita' della vita, del saccheggio delle risorse.
Il nuovo equilibrio che avrebbe
potuto e dovuto riportare la Citta' alla "normalita'" tarda, insomma a venire;
le lotte pagano poco o niente e nella coscienza della gente le certezze
di un tempo sono insidiate dalla sfiducia, quando non dalla disperazione.
Sicche', i bagliori del fosforo
che brucia lungo la strada statale che costeggia le fabbriche e dentro
le mura dell'Enichem, sono il simbolo della fine di un'epoca.
E l'alluvione dell'ottobre scorso
- che aveva riproposto con urgenza della tragedia il bisogno di riconsiderare
passato e presente alla ricerca del futuro possibile - e' l'autobiografia
della sinistra di governo.
A Crotone, allora, tutto e' perduto?
Non necessariamente. Se sono tante le cose che dice in negativo la sconfitta
elettorale che ha mandato in pezzi un Ulivo mai nato, vi sono cose in
positivo che ora e' necessario cogliere e analizzare. Ad una Citta' che
vuole con tanta forza il cambiamento bisogna dare, ineludibilmente, il
cambiamento, e non tanto per inseguire i gusti e gli umori mobili
della piazza, quanto per incontrare, di nuovo, dopo tanto tempo, domanda
e offerta politica. Solo a quel punto la Sinistra, finalmente sintonizzata
con la Citta' "reale", potra' spingersi oltre, fino a ritrovare la sua forza
pedagogica ed il suo potere d'indirizzo.
La strada per arrivare a un traguardo
che oggi appare distante, e' quella antica del confronto, della ricerca
del massimo di unita' delle forze politiche, economiche e sociali nell'interesse
esclusivo della Cittˆ. Una Citta' che, oggi piu' che mai, ha bisogno di una
grande Sinistra unita e competitiva, all'altezza dei problemi del suo tempo,
in grado (a partire dal municipio) di contrapporre alla globalizzazione
della produzione e del mercato la globalizzazione dei diritti, del Welfare,
della qualita' della vita. Non e' da escludere che, in questo contesto, il
ruolo di rinnovata guida spetti ancora e di nuovo al PDS, a condizione
che ritrovi la forza di tornare a fare politica e l'umilta' di riconoscere
i suoi errori per riconciliarsi con una Citta', Crotone, che non vuole e
non pu˜ essere "rossa, nera o bianca a prescindere".
La redazione Crotonese di Ora locale, Progetto Guernica - Giovani a Sinistra, Associazione L'Ontano