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Il Parto delle nuvole pesanti

Ovvero storia di un collettivo musicale in perenne trasferta...


di Peppe Voltarelli


Il progetto delle "nuvole pesanti", nasce a Bologna nel 1990 dall'incontro quasi casuale tra alcuni studenti del Dams fuori sede nelle aule dell'università occupata dal movimento della pantera.
Il desiderio di mettere in musica il disagio creativo che vivevamo in quel periodo, da' vita ad una banda di dodici musicanti che si aggirano con gli strumenti più svariati per tutte le feste e festine della città.
Le due caratteristiche principali dell'orchestrina sono una forte matrice popolare delle canzoni suonate e il cantato in dialetto che da li a poco sarebbe diventata una delle novità più rilevanti nella nuova scena musicale nazionale.
La freschezza e l'entusiasmo del primo periodo ci portarono nel 1993 ad autoprodurre il primo disco: "Alisifare" , che divenne un grande calderone di suoni e melodie che fu molto apprezzato dal pubblico e dalla critica. Accompagnati da una dose spropositata di concerti successivamente, vennero "Pristafora" del 1995, "Quattro battute di povertà" (1997) e "Sulle ali della mosca" (2001), gli ultimi due nati sotto la grande ala protettrice della multinazionale Sony music.
La musica del "Parto" nasce da un bisogno viscerale di ripercorrere i sentieri armonici e melodici dei nostri padri e di dare vita a melodie nuove su strumenti antichi come la fisarmonica e il tamburello, ma il tutto con la consapevolezza della realtà urbana-padana in cui viviamo, Bologna. l'Emilia Romagna , il rock e le incredibili evoluzioni dell'avanguardia artistica di questo periodo.
Negli ultimi anni si è fatto sempre più impellente il bisogno di affermare con la nostra musica un nuovo atteggiamento verso le problematiche del meridione, sia dal punto di vista pratico che da quello prettamente teorico e concettuale.
Per quanto riguarda il primo, diamo molta importanza alla nostra presenza sul territorio, cercando di privilegiare i concerti al Sud e intervenendo nelle scuole e nelle realtà di base diffondendo le nostre opere quasi con un meccanismo porta a porta, simile al classico tam tam delle civiltà tribali. Per muoverci meglio in questa direzione, abbiamo creato una piccola struttura parallela (Emir edizioni www.emir.it ) per il quale è appena uscito un libro scritto da me, di versi e canzoni in dialetto calabrese con la traduzioni inglese a fronte la cui prefazione è stata curata da Teresa De Sio. L' Emir, che sta per Ente musicisti italiani rilassati, funziona da casa editrice e nello stesso tempo da marchio per le nostre iniziative e svolge gran parte del suo operato tramite internet e le nuove tecnologie impiegando al suo interno circa una decina di persone.
Dal punto di vista teorico invece, riteniamo importante concentrarci sullo svecchiamento dell'immagine del Sud , ponendo le basi per la creazione di una nuova individualità intellettuale ed imprenditoriale fortemente dinamica che tenga conto delle dinamiche ambientali, storiche e culturali del territorio; in una possibile rilettura del dibattito sulla questione meridionale, in quanto gruppo musicale non finiremo mai di affermare che al Sud l'industria dell'arte e della fantasia, dalla musica al teatro e alle arti in genere non ha mai avuto una voce rilevante nel bilancio di una economia spesso in passivo.
La Calabria è viva nella nostra musica, in un dialetto sottoposto continuamente alle sollecitazioni storiche e culturali più svariate, il nostro Sud si confonde tra il Magreb e i viaggiatori del Kurdistan, tra una danza ebraica e il vorticoso incedere di una tarantella punk in perfetto stile Jonico; perchè oggi più che mai le persone vivono mischiate e confuse, e la musica in questo scenario, rappresenta una via possibile verso l'integrazione e la tolleranza.
Cantiamo il Sud, la strana voglia che tutti abbiamo di tornare a casa, e l'impossibilità psicologica ed economica di fare questa scelta, le nostre canzoni si intitolano "Raggia" , "Le cose che mi restano", "Andrebbe bene un gelato al limone", "Messa" e sono la colonna sonora di questa cellula clandestina di ultras la cui squadra gioca sempre e solo in trasferta, perchè il campo di casa è stato squalificato per sempre.



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