di Maria Teresa Ligotti e Pina Alosa
Sono passati 50 anni dall'eccidio di Melissa, nella nostra consueta riunione di redazione ci siamo detti che era giusto ricordarlo.
Il rischio pero' di cadere nella celebrazione e nella retorica era reale e con esso
il rischio di allontanare sempre di piu' dalla coscienza dei giovani, avvenimenti
che hanno segnato la storia del nostro paese.
E allora abbiamo pensato che forse il taglio giusto per ricordare Melissa era seguire
il lungo filo della memoria, narrarla con i ricordi, le parole, le emozioni, i sentimenti
di chi quei fatti ha vissuto e di chi quei fatti ha tante volte sentito raccontare con la stessa ansia e la stessa passione di allora.
E cosi' il racconto inizia, partendo da Etel, giovane donna delle Langhe e da sua
figlia Angela Melissa nata nel 1999.
Per chi come noi quei fatti e quel periodo non ha vissuto direttamente, ne' ha gli
strumenti dello storico, del sociologo o dell'economista, narrare Melissa lungo il
filo della memoria, ha significato scorrere le pagine de "La voce del Popolo" pubblicato
dal 1943 al 1947, organo prima della Federazione Provinciale Comunista di Catanzaro,
poi, nell'ultimo anno, organo dei "lavoratori calabresi".
Nel giornale non si parla di Melissa perche' esso come si e' detto, termina le pubblicazioni
il 4.10.1947, due anni prima dell'eccidio.
Scorrendo le sue pagine pero' si rivive il clima, che quell'eccidio ha preceduto.
Si rivivono gli stati díanimo, le passioni, l'impegno, líiniziativa di un movimento
che si organizzava e assieme l'arroganza la prepotenza degli agrari, il loro rifiuto
sistematico di rispettare i decreti via via emanati dal Ministro Gullo in favore
dei contadini, e ancora le connivenze e le complicita' degli apparati pubblici: prefetti,
commissari prefettizi, forze dell'ordine, ecc.
Cosi' come emerge la realta' della Calabria, una Regione dove grande e' la poverta',
diffuso lo stato di abbandono e di arretratezza, con una economia agricola post-feudale,
un esteso latifondo incolto e abbandonato, grandi masse di braccianti che chiedono pane e lavoro e masse di contadini anchíessi poverissimi, sottoposti alle angherie
e ai soprusi quotidiani dei signori feudali, capaci quest'ultimi di esercitare il
loro potere di condizionamento anche su sindaci, su commissari prefettizi, sulle
forze dell'ordine.
In questo contesto il giornale si rivela unico strumento, utilissimo non solo d'informazione,
ma soprattutto di conoscenza e di diffusione dei nuovi inediti diritti, in favore
della moltitudine di braccianti e contadini poveri.
Dagli articoli del giornale emerge come si lavori per costruire una consapevolezza
democratica dei propri diritti ed una coscienza nuova del rapporto tra terra e lavoro.
Nelle assemblee varie che si svolgevano nel Sindacato, nella Federterra, nei partiti
di sinistra, la discussione e' essenzialmente tesa ad organizzare un movimento democratico
che ponga il problema delle messa in produzione delle terre incolte e abbandonate a partire da quelle demaniali e comunali, con l'obiettivo immediato di rispondere
allíingente bisogno di pane, ma anche di fare uscire la Calabria dalla condizione
feudale ed avviare un processo di modernizzazione.
Attraverso il giornale si coglie nitidamente lo scontro violento che e' in atto tra
gli agrari, gli stessi apparati pubblici che in vario modo ritardavano questo processo
a partire dalla mancata applicazione delle leggi, e un movimento che aveva sempre
piu' chiari metodi ed obiettivi, con la consapevolezza che di fronte alla durezza dello
scontro, bisognava mettere in piedi una forte e ramificata organizzazione, capace
di incanalare la disperazione e la protesta verso forme civili e democratiche di
lotta, costruire alleanze, allargare il consenso.
Alcuni articoli dai titoli significativi rendono visibile questo scontro - Citiamo
dal numero del 13.9.1945: "Per aumentare la produzione occorre migliorare le condizioni
di vita dei contadini".
Sullo stesso numero altro titolo: " Gli agrari reazionari vogliono conservare il loro
esoso diritto di sfruttamento".
Sul numero del 2.10.1945: "Le trattative per le ulive interrotte dagli agrari. Le
agitazioni continuano, le olive marciscono per terra, mentre il popolo e' senza olio."
Sul numero del 12.10.1955 leggiamo che nel III Congresso del PCI si denuncia: "L'illegalismo
agrario concentrato e' destinato con l'omerta' di autorita' varie: prefetti , commissari,
forze dellíordine, magistratura, ad ostacolare líapplicazione delle leggi democratiche in favore dei contadini e a terrorizzare con persecuzioni, arresti
e deferimenti alla autorita' giudiziaria e perfino alle commissioni per il confino,
gli elementi sindacalmente piu' attivi".
Nei numeri del 27.10.1945, del 4.12.1946 e del 25.4.1947 i segnali che preludono ai
fatti di Melissa. Siamo a Carfizzi, a Calabricata, a Petilia Policastro. Riportiamo
i titoli dei diversi articoli: "Il ras del paese spara sulla folla e vengono arrestati
pacifici cittadini, 22 contadini colpevoli di coltivare la terra tradotti nelle carceri";
"Un atroce delitto. Il piombo degli agrari stronca una giovane donna contadina, cosi'
muoiono Giuditta Levato e il bimbo che portava in grembo"; "I carabinieri sparano sulla folla, uccidendo un lavoratore ed una donna".
Dal numero del 19.7.1946: "L'arretratezza delle campagne e lo sfruttamento degli agrari,
tengono in continua agitazione le masse contadine oppresse ed affamate".
Il 18.8.1946: "III convegno della Federterra. - Terra - Lavoro - pane".
E ancora sullo stesso numero: "50.000 disoccupati chiedono terra".
Nel numero del 6.9.1946: "Concedere la terra ai contadini significa aumentare la produzione,
cementare l'unita' nazionale, garantire l'ordine".
Il 21.9.1946: "I contadini occupano la terra. Decine di migliaia di contadini poveri,
reduci e donne hanno occupato le terre incolte. L'occupazione e' avvenuta nellíordine
piu' perfetto".
Il 14.10.1946: "I lavoratori di Crotone all'avanguardia nella lotta contro l'affamamento
e la disoccupazione. Autoblinde e mitragliatrici contro la folla. Tre feriti gravi,
coprifuoco, violenze ed arresti contro dirigenti sindacali e donne.
Il 3.1.1947: "I grossi proprietari terrieri non seminano la terra per rappresaglia
al decreto Gullo sulla concessione delle terre incolte".
Il 30.03.1947: "Contro il Medio Evo. I contadini a convegno presentano le loro richieste".
Il 15.4.1947 :"Perche' i contadini hanno occupato le terre.."
Sullo stesso numero: "Dopo l'occupazione delle terre. Il Ministro degli interni ordina
la repressione contro i contadini
Il 25.4.1947: "Se il sabotaggio non avra' termine
la Federterra ritirera' i suoi rappresentanti dalle commissioni per l'assegnazione
delle terre"
Il 12.7.1947: "Vittoria dei contadini. Lotta dei contadini e' stata impostata con
criteri realistici, sul piano della legalita': la concessione della terra e' stata
la lotta piu' dura. La riforma agraria e' la meta di tutti i contadini".
Sullo stesso numero: "Due baroni affamatori assicurati alla giustizia".
Il 14.4.1947 "Agrari, magistrati, carabinieri alleati contro i contadini che difendono
i loro diritti - Un gruppo di lavoratori assaliti mentre entra nella Camera del
lavoro - Il maresciallo dei carabinieri arresta i contadini assaliti"
Il giornale con questo numero termina le sue pubblicazioni. Intanto, mutati gli orientamenti
del governo, gli agrari hanno ripreso vigore e continuano nella loro azione di sabotaggio
delle leggi e di ricatto nei confronti dei contadini, l'esasperazione aumenta, ma continua anche la lotta e il movimento prende sempre piu' forza e piu' consapevolezza,
le masse diventano soggetti e assieme protagonisti di un cambiamento possibile, la
repressione si fa piu' feroce.
1949: Melissa sta per arrivare.