di Ennio Scalercio
" Tutti a Fragala' !" non voleva essere solo uno spettacolo teatrale, ma un atto politico.
Quel "Tutti!" del titolo voleva dire: "Ci vogliamo essere di nuovo anche noi! Anche
voi...tutti! Tutti a Fragala'!". A vedere quello che erano riusciti a fare i braccianti e i contadini di Melissa, le loro donne, erano state loro le piu' accanite
a volere l'occupazione, pagando anche loro il tributo di sangue... Angelina Mauro.
Era il 1974, venticinque anni dopo quel 29 ottobre 1949. Il gruppo teatrale ìIl Quartiereî
un collettivo che ha fatto della politica líasse portante della sua cifra stilistica,
curiosamente, (grottesco, dirlo adesso, 25 anni dopo) chiamava a raccolta la popolazione di Melissa al fine di operare una nuova ìinvasioneî del fondo Fragala' con
le bandiere, gli attrezzi di lavoro, di nuovo le donne e i ragazzi, ancora orgogliose
di averci rimesso anche loro la pelle e il sangue. Curiosamente e "grottescamente",
diffusi e confusi nella folla gli attori ( ci chiamavano cosi' per la funzione, piu'
che per le capacita'), coi loro abiti, e atteggiamenti piccolo-borghesi, anche noi
orgogliosi di quel piccolo pezzo di storia scritto da quelle povere masse contadine.
La rappresentazione scenica vera e propria cominciava in un filmato che veniva proiettato
ad inizio spettacolo e che ne documentava lo svolgimento. Gli attori iniziavano ad
interpretare la "fiction" nel film per poi proseguirla sulle tavole del palcoscenico, approfondendo e dibattendo le tematiche legate alle varie fasi della vicenda e
della lotta: il risveglio dalla notte inquieta, la raccolta della gente nel posto
convenuto tramite il richiamo con gli squilli di tromba - divenuta, da allora, il
simbolo delle formazioni politiche di sinistra nelle battaglie elettorali municipali - e poi
la partenza del corteo verso il fondo da occupare. Qui, poi, la delimitazione dell'area
occupata e le operazioni che legalizzavano líoccupazione: la pulizia e líaratura
del terreno. L'iniziativa era stata decisa e organizzata dal Collettivo teatrale in accordo
con la locale sezione del Partito Comunista e con la Camera del Lavoro. Un ruolo
importante fu svolto dal sen. Poerio che ai tempi dellíoccupazione aveva avuto responsabilita' decisive nella direzione del movimento contadino crotonese.
Regista incaricato delle riprese cinematografiche fu Giuseppe Ferrara che a quell'epoca
aveva fatto scalpore per alcuni suoi film molto impegnati politicamente ( Il sasso
in bocca, Faccia di spia ecc.). Beppe venne con la sua troupe di tecnici di ripresa
e visse con noi, intensamente, quellíesperienza: dalla ricerca di "tipi", alla scelta
dei luoghi, alle riunioni preparatorie nelle sedi politiche e sindacali del paese.
Ricordo alcune sue imprecazioni per il partito: non potevano rimborsargli interamente
neanche il costo della pellicola, oltre che del noleggio delle divise dei celerini,
delle armi, delle bombe salve ecc. Ci siamo riabbracciati recentemente a Cosenza
in occasione della manifestazione "Sotto la cenere: 25 anni di teatro militante del
Quartiere, collettivo teatrale" . L'avevo conosciuto a Roma, qualche anno prima, poi l'avevo
rivisto quando gia' mi ero stabilito a Cosenza, dopo aver finito il corso di regia
all'Accademia. Nel '69 ero ritornato a Cosenza con in testa líidea che con i contadini
avrei potuto costruire uníesperienza di teatro comunitario ( naturalmente, rigorosamente
maoista). Quell'idea era, pero', subito svanita dalla mia testa...i miei occhi vedevano
una realta' tuttíaffatto diversa da quella immaginata: gretta, avida, ignorante...democristiana.
Fragala' e i contadini di Melissa furono, e probabilmente sarebbero rimasti, gli ultimi,
e abbandonati, relitti di un sogno; il movimento contadino, il protagonismo di massa,
represso e tradito, ingannato: i morti, la galera, infine l'inganno e la normalizzazione. La realta' tornava a rivelarsi per quella che era sempre stata, agli occhi
dei contadini. Lo stato, gli interessi di classe organizzati in leggi e istituzioni,
aveva ripreso il suo aspetto di sempre, terribilmente distante e imperscrutabile,
anonimo e misterioso. Si erano scontrati, e avevano lasciato sul terreno molti morti, un
principio ( poco piu' che uno slogan: la terra a chi lavora ) contro un altro principio
( poco meno di un comandamento: la proprieta' e' sacra ed inviolabile ): ne usci'
fuori, con il tacito consenso dei partiti e dei movimenti di sinistra, il solito compromesso
a perdere: una sottospecie di riforma agraria - pezzettini di terra, scelti tra i
peggiori, concessi con i soliti clientari ai contadini che non avevano partecipato
alle lotte ( quelli della Coldiretti, la quale aveva finito per gestire quella riforma
), - e una politica che liberasse le campagne dalle avanguardie del movimento, le
quali avevano, invece, diretto quelle lotte: il carcere e l'emigrazione.
La cella 22 del carcere di Cosenza, a Colle Triglio, e una baracca tedesca sono gli
ultimi due luoghi deputati del calvario del movimento contadino, scelti a simbolo
di una sconfitta, e scenicamente riproposti in "Tutti a Fragala' !" in quel 1974.
Scelba provvide ai morti, ai vivi ci avrebbe pensato De Gasperi. Lo spettacolo era stato progettato
e preparato da un accurato e appassionato studio della storia, delle leggi e della
realta' del movimento contadino. Il testo, affidato alla scrittura di Beniamino Fioriglio, líallora drammaturgo del collettivo, recepiva testimonianze dirette dei
protagonisti di quelle lotte, in particolare quelle del compagno onorevole Paolo
Cinanni, dirigente politico ed animatore del movimento - aveva ripreso il tema che
era a sostegno del vecchio Decreto Vitocchi, sulle usurpazioni dei terreni demaniali da parte
dei latifondisti e agrari del periodo post-risorgimentale - quelle dell'ex compagno
e bracciante (ora sostenitore di Forza Italia) Carmelo Lo Giudice, sindaco per molte
legislature di Bisignano il quale fu tra i detenuti politici del carcere di Cosenza;
quelle del Sen. Poerio e infine dei testimoni diretti e dei parenti delle vittime
dellíeccidio di Melissa. Lo spettacolo ebbe numerose repliche in tutta la regione
nel periodo 1974/79, e venne invitato a partecipare alla Rassegna sullíemigrazione e líemarginazione
svolta a Francoforte nel 1984, che era diretta da Strelher, e a cui erano stati invitati
gruppi teatrali di tutte le aree depresse ed emarginate d'Europa e del mondo.
E' stata un'esperienza unica, per molti aspetti dolorosa. La rappresentazione, e con
essa il teatro dellíimpegno politico e del conflitto sociale, aveva compiuto la sua
parabola: l'esito non fu esaltante. Avevamo provocato il pubblico borghese - che
vuole vedere riflessi sulla scena, e magari risolti, conflitti d'ordine personale e intimo
- senza essere riusciti ad arrivare al cuore di un pubblico nuovo e diverso. Anche
per il disinteresse delle organizzazioni politiche e culturali del movimento di massa. I partiti di sinistra, il PCI in particolare, a parte pochi compagni, lo accolsero
con sospetto e diffidenza. Erano forse dell'idea che il popolo avrebbe accolto con
piu' favore il teatro dei repertorio, e che certi argomenti sarebbe stato meglio
trattarli nei convegni e nelle celebrazioni. Forse avevano ragione. Come dimostrato in questa
occasione.