La provincia di Crotone, ad uno sguardo superficiale, ricorda quella vecchia
storia del calabrone che, nonostante il peso e le dimensioni, riesce a
volare. Infatti, con i suoi oltre 170 mila abitanti, con appena il 49% di
popolazione attiva e con oltre 17mila aziende è riuscita a generare dal 1995 al
2003 un tasso di crescita di ben il 65,4%, il più alto d'Italia. E fin qui
sembra volare. Purtroppo però il volo non è spiccato perché la crescita generata
in
questi anni non è stata sufficiente a colmare i divari con le altre province.
Crotone, anche nel 2004, resta ultima tra le province italiane per Pil procapite.
Probabilmente alcune informazioni possono essere utili a comprenderne i motivi.
Da un punto di vista di politica economica la provincia di Crotone, a partire
dai primi anni '90 è stata oggetto di numerosi interventi che dal contratto
d'area alla sovvenzione globale hanno determinato un afflusso finanziario non
indifferente. Questi interventi avrebbero dovuto agevolare la creazione di
una nuova identità economica della provincia che, purtroppo, ad oggi non si è
avuta. Ciò potrebbe essere dipeso dall'assenza di una precisa idea di
sviluppo verso cui indirizzare i finanziamenti. Altri utili elementi di
valutazione derivano dalle caratteristiche economiche strutturali della
provincia. Il 35%
della popolazione vive a Crotone, il quarto comune capoluogo della Calabria,
seguito da Isola di Capo Rizzuto, Cirò Marina e Cutro. L'incidenza
percentuale degli ultrasessantenni sui giovani (età fino a 14 anni) è pari al
114,15%, la stessa incidenza sulle persone in età lavorativa, cioè giovani
compresi tra 20 e 59 anni, è pari al 130,61%. Infine, il tasso di ricambio del
mercato del lavoro, vale a dire la percentuale di popolazione residente in età
compresa tra 15 e 19 anni, rispetto a quella tra 60 e 64, è pari al 154,06%.
Considerato che comunque i tassi di natalità sono ancora abbastanza
sostenuti, ci troviamo di fronte ad una forte emigrazione di risorse umane che
vengono perse perlopiù nei periodi di maggiore produttività per poi
riacquistarle nel momento in cui hanno maggiore bisogno di assistenza, con
evidenti perdite e disfunzioni sociali. Il dato è confermato anche dal valore
della forza-lavoro pari appena a 57mila unità contro un potenziale almeno
doppio, si pensi che la popolazione maggiore di 15 anni è pari a 142mila unità.
Il tasso di disoccupazione è del 16,4%, il doppio del dato italiano.
Lo scenario allora diventa poco confortante, a fronte dello smantellamento della
grande industria che per 70 anni ha caratterizzato l'economia locale,
nonostante il massiccio intervento finanziario, non si è riusciti a costruire
una nuova identità economica. Il contesto ha determinato un forte disagio
sociale con conseguente impoverimento delle famiglie che sta determinando, soprattutto a
partire dalla fine degli anni Novanta, una nuova ondata emigratoria,
principalmente verso il nord Italia.
Tuttavia, i dati sulla natalità imprenditoriale lasciano ben sperare. Crotone
continua ad essere nei primissimi posti per nascita di nuove imprese e per
tasso di sviluppo, vale a dire il saldo tra imprese nate e imprese morte. Questo
fermento imprenditoriale se ben indirizzato potrebbe generare una nuova
crescita. Il problema diventa a questo punto quello di individuare un percorso
di crescita partendo dalle caratteristiche locali. Rilanciare la discussione su
quale debba essere lo sviluppo provinciale partendo dalle caratteristiche del
territorio sia materiali che immateriali. Determinante potrebbe essere anche
l'insediamento del nuovo complesso turistico che, viste le dimensioni (si parla
di oltre 10.000 posti letto) potrebbe rappresentare sia un elemento di
rottura che una forte spinta alla nascita di servizi collegati in qualche modo
al settore turismo. Anche la recente nascita di imprese connesse all'utilizzo di
energie alternative ed al recupero dei rifiuti rappresentano una buona
opportunità in un settore in forte crescita. Ma tante possono essere le
alternative utili l'importante sarebbe scegliere, concentrare tutti gli sforzi e le risorse
in una direzione.