Qual'è dunque l'idea che ci venne dalla lettura di questi contributi?
Dalla loro analisi complessiva, la prima cosa che emerge chiaramente è che il
rapido processo di deindustrializzazione che Crotone ha vissuto negli ultimi
quindici anni ha segnato il discrimine della fase evolutiva - e, pertanto,
produttiva - del crotonese, indirizzando il territorio verso il suo progressivo
impoverimento.
Tale giudizio lo si ricava inoltre dalla lettura dei dati statistici presentati
(cifre riguardanti gli indici occupazionali e di reddito riferiti all'anno 2005,
che posizionano la provincia agli ultimi posti delle classifiche). Questo sta a
significare anche che senza un apparato produttivo - anche se riferito a piccole
industrie manifatturiere - non può esservi possibilità di sviluppo. Da tale
situazione emerge però, a nostro avviso, un unico e grave dato oggettivo: cioè
la incapacità della classe dirigente locale di far sistema, fornendo cioè
soluzioni al problema di rallentare almeno in parte il percorso involutivo, e
quindi l'assenza di un serio soggetto coordinatore (una sorta di... management),
che sappia colloquiare con i soggettivi produttivi e sappia soprattutto
individuare le possibili linee di sviluppo.
Se questi sono gli aspetti negativi, vi è anche da guardare con speranza per il
futuro: dalla lettura degli stessi articoli, come avevamo già anticipato
nell'editoriale di apertura, è emersa una serie di riflessioni e di suggerimenti
che, se ben accolti e sviluppati, potranno forse fornire alcune utili
indicazioni alla sempre nuova domanda di sviluppo ed occupazione. Si propongono
così interventi nei settori energetico, turistico, agricolo, ed un miglioramento
dell'apparato della piccola industria manifatturiera esistente sul territorio.
I possibili settori trainanti
Energia: metano, energia idroelettrica, turbogas, biomasse. Siamo
esportatori di energia senza beneficiare, per questo, di una equa ricaduta sul
territorio a mo' di indennizzo o di agevolazioni e sconti. È scandaloso battersi
per ottenere, ad esempio, uno sconto fiscale alle imprese che si installano
nella provincia come è già avvenuto agli albori della industrializzazione?
Turismo/ Beni culturali: il territorio crotonese, come baciato (forse
immeritatamente) dalla fortuna, gode di potenzialità turistiche come poche altre
località del Mezzogiorno d'Italia: storia e cultura, tradizioni popolari, clima,
qualità delle acque marine e breve distanza dalla montagna. Un territorio ancora
"vergine" dal punto di vista archeologico e di vasta portata, con notevoli
potenzialità all'interno del perimetro urbano del capoluogo di provincia, che
nasce, cresce e si sviluppa su quella che un tempo era una delle capitali della
Magna Graecia. Queste e molte altre ancora sono le vie di sviluppo.
Agricoltura: le recenti modifiche a Bruxelles in materia di Pac
(Politiche agricole comunitarie) hanno stravolto radicalmente l'architettura
dell'accesso alle sovvenzioni per il comparto agricolo italiano e quindi dei
principi che regolavano sino a qualche anno addietro la loro distribuzione (e
dunque anche i tempi di godimento delle sovvenzioni). Rimane l'incognita per il
futuro dell'agricoltura italiana ed in queste realtà meridionali in particolare.
Note dolenti
Se dunque dal discorso sin qui fatto si riconoscono in potenza alcuni settori
che potrebbero divenire trainanti, le note dolenti ritornano però nuovamente
quando si parla delle carenze infrastrutturali che caratterizzano questa parte
del territorio. Le analisi recenti consigliano, per esempio, di abbandonare i
grandi progetti per indirizzarsi sul potenziamento della SS. 106, con la
creazione di raccordi che aggirino i paesi, e conseguentemente sul potenziamento
dell'aeroporto e del porto, unico vero e naturale sbocco del capoluogo della
provincia.
Sanità: quale la reale situazione socio-sanitaria nella provincia
crotonese? Quali i difetti ed eventualmente i punti di eccellenza? Quale è stato
il ruolo dell'assemblea dei sindaci in questi ultimi anni e quale, dunque, il
ruolo svolto dal comune capoluogo?
Legalità: Reggio Calabria e Crotone, secondo l'analisi fornita dal
Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, sono ai primi posti
nelle classifiche per la presenza della criminalità organizzata di stampo
mafioso: l'insediamento delle Commissioni d'accesso presso il comune capoluogo e
l'Ente Provincia aggravano certamente una situazione già difficile. Quale il
ruolo della cosiddetta "società civile" e delle forze dell'ordine impegnate sul
territorio? L'attenzione verso la Calabria torna solo ed esclusivamente in
occasione di delitti "eccellenti", eppure in questa realtà regionale si vive in
uno stato di tensione permanente, con omicidi commessi giornalmente e a cui,
nella maggior parte dei casi, non viene dato il benché minimo risalto sulla
stampa nazionale.
Conclusioni
Confessiamo che la redazione di questo numero di "OraLocale" ci è costata
parecchia fatica, per la difficoltà nell'opera di recupero di interventi che
servissero a dare un quadro esauriente della realtà crotonese. Ci auguriamo
comunque, che la lettura del presente materiale possa essere di stimolo per
aprire un dibattito tra le istituzioni finalizzato al recupero di un metodo di
confronto democratico che possa incidere realmente e positivamente...