Nonostante il Mezzogiorno d'Italia, negli ultimi anni, abbia registrato una
inversione di tendenza rispetto al passato, in merito all'andamento dei flussi
turistici, alcune aree appartenenti a questa parte del Paese presentano uno
sviluppo ancora di molto inferiore alle potenzialità turistiche di cui
dispongono.
È questo il caso della Calabria, una fra le regioni d'Italia con minore
movimento turistico, in tale situazione da diversi anni, nonostante la sua
notevole
vocazione turistica e la discreta disponibilità di posti letto.
Le informazioni disponibili sui flussi turistici registratisi negli ultimi dieci
anni indicano una positiva variazione di andamento. Infatti, se pure in misura
non accentuata, ad una flessione iniziale è poi seguita - a partire dal 1993 -
una continua, seppure lieve crescita del movimento turistico (le presenze sono
cresciute in modo più che proporzionale rispetto agli arrivi).
La Calabria dunque riesce a precedere solo il Molise e la Basilicata, per quello
che concerne gli arrivi, e Molise, Basilicata, Valle d'Aosta e Umbria,
rispetto alle presenze. Tale situazione è in parte spiegabile attraverso due
importanti caratteristiche della domanda turistica calabrese: la scarsissima
presenza di turisti stranieri (meno di centomila arrivi) e la forte stagionalità
(prevalentemente concentrata nel mese di agosto). I dati ci lasciano quindi
immaginare una situazione nella quale la maggioranza delle strutture ricettive
calabresi rimangono inoperose per dieci mesi all'anno.
Il quadro della situazione sul turismo a livello regionale e provinciale ci
restituisce dunque una serie di indicazioni estremamente utili per la
comprensione delle dinamiche che regolano il settore in Calabria, attraverso cui
sarà poi possibile arrivare ad ipotizzare una serie di interventi operativi
volti ad apportare benefici al sistema turistico crotonese.
Il turismo nel Crotonese
È bene evidenziare in via preliminare che gli elementi che caratterizzano alla
base il turismo nella provincia di Crotone sono in ampia parte comuni a
quelli che caratterizzano il turismo in tutto il territorio regionale,
ciononostante è possibile desumere alcune specificità che saranno di volta in
volta
evidenziate.
Il primo elemento che si può porre in evidenza è la scarsissima presenza di
turismo straniero. Ciò è un fatto che continua in qualche modo a stupire
poiché le risorse turistiche già attualmente esistenti sono più che sufficienti
allo sviluppo del turismo straniero, in particolare per la presenza di un
aeroporto in loco, di villaggi turistici di grandi dimensioni, di tour operator
che operano sia a livello nazionale che a livello internazionale, di un
interessantissimo patrimonio di risorse storico-culturali e delle possibilità di
collegamento con il restante patrimonio magno-greco della Calabria, di un
porto e di una città capoluogo di provincia sul mare; di risorse naturalistiche
e paesaggistiche di grande pregio.
Un altro elemento caratterizzante la domanda turistica crotonese è la forte
stagionalità dei flussi. Anche in questo caso ciò stupisce, poiché le risorse
turistiche disponibili e le condizioni climatiche consentono ampie possibilità
di iniziative volte a destagionalizzare i flussi turistici. Sempre dal punto di
vista
della domanda turistica, un altro elemento di grande pregio, per le opportunità
che offre ai fini del potenziamento del movimento turistico, è la presenza di
una grande quantità di turismo cosiddetto "radicale", ossia di movimento di
persone che pur non essendo più da tempo residenti nel crotonese, rientrano
ogni anno nei propri luoghi di origine. Il passo che occorrerebbe fare per
aumentare la loro affezione verso la propria terra di origine è quello di non
considerarli più "emigrati", ma una forma di turismo particolare.
Dal punto di vista dell'offerta, gli elementi che caratterizzano negativamente
il turismo nella provincia di Crotone sono:
- la prevalenza di esercizi a conduzione familiare;
- limitate possibilità di agire in forma di sistema;
- la grande disponibilità di posti letto non ufficiali;
- la scarsa qualificazione e aggiornamento professionale;
- il mancato potenziamento del sistema dei trasporti;
- diffusi problemi di sostenibilità;
- carico costiero accentuato;
- frequente superamento della capacità di carico delle località;
- problemi di accessibilità e fruibilità delle risorse;
- scarsa qualità della vita nelle località turistiche;
- difficoltà di gestione dei flussi;
- disordine e caos nei periodi di massima affluenza turistica;
- difficoltà di erogazione di servizi per la ospitalità e per l'accoglienza
turistica.
Proposte per un nuovo indirizzo di governo per lo sviluppo territoriale
Il turismo è una delle realtà più importanti della società contemporanea e
presenta implicazioni rilevanti di natura socio-culturale ed economica, tanto
che ormai è destinato a diventare un'industria trainante per la nostra economia.
La legge n. 135/2001 che di fatto supera definitivamente la legge n. 217/1983,
ha inteso rilanciare il settore del turismo riconoscendo all'impresa
turistica un ruolo strategico all'interno del sistema economico nazionale,
sancendone, inoltre, la natura paritetica rispetto a quelle del comparto
industriale.
In questo scenario, per rispondere alle sfide competitive, la modernizzazione
delle imprese di settore e la realizzazione di Sistemi Turistici Locali (STL,
una delle novità più significative introdotte dalla legge), appaiono come le
scelte strategiche più importanti. Seguendo la definizione legislativa corrente,
tali
Sistemi possono essere contraddistinti da:
- una offerta integrata di beni culturali, beni ambientali e di attrazioni
turistiche
- l'esistenza di una produzione tipica dell'agricoltura e dell'artigianato
locale
- la presenza diffusa di imprese turistiche singole o associate.
Per questo, la Legge 135/2001 apre orizzonti interessanti che stimolano
l'iniziativa di tutti gli attori pubblici e privati; ne consegue che la
disponibilità di
capitale umano professionalmente adeguato si configura come elemento cruciale
per permettere alle realtà territoriali di risolvere i problemi legati allo
sviluppo locale e all'occupazione. Altra novità sostanziale della legge riguarda
la tutela e la valorizzazione delle professioni turistiche. Fare turismo,
dunque, è anche offrire opportunità ai giovani e orientamenti alle persone che
desiderano progettare il proprio futuro professionale nel turismo.
La provincia di Crotone, grazie alla sua particolare localizzazione e al suo
passato ricco di storia e tradizioni, presenta un contesto territoriale
particolarmente vocato allo sviluppo turistico, un giacimento di risorse
naturali e culturali di notevole interesse (il mare e la montagna, la presenza
di ben
due Parchi Nazionali, le riserve, i prodotti tipici, un clima ottimale).
Ciò che deve caratterizzare l'azione degli Enti locali è la realizzazione di un
Progetto di sviluppo turistico, attraverso l'istituzione di un STL. Tale
progetto è in realtà un piano strategico della funzione ospitale della
destinazione turistica, il quale ha degli elementi di riferimento precisi quali:
- la valorizzazione dell'intelligenza collettiva
- la capacità di analisi del sistema territoriale e di coordinamento degli
interessi
- la definizione di una progettualità in grado di tradurre in azione concreta il
dinamismo della società locale
- l'abilità delle imprese e la loro capacità d'investimento e innovazione.
Sulla base di quanto è stato detto, il successo di un STL nel crotonese
dipenderà dalla capacità di gestione della sua complessità attraverso una
visione condivisa e con il supporto di progetti finalizzati soprattutto al
miglioramento delle qualità delle infrastrutture urbane e territoriali e della
coesione
sociale, al potenziamento dell'identità locale, della cultura ospitale, e della
qualità dell'accoglienza e dei servizi, alla qualificazione delle imprese e
all'agevolazione dello sviluppo di dinamiche forme di aggregazione. Ad attrarre
flussi di cittadini temporanei e a motivare gli investitori interni ed esterni
all'area. Un ruolo sostanziale gioca infine la promozione della propria immagine
turistica.
Pubblico e privato
In sostanza il progetto deve essere fondato su un piano strategico contenente le
linee di indirizzo che motivino organicamente la volontà associativa e
deve costituire un binomio tra:
* un PUBBLICO (Provincia e Comuni) che pianifica il territorio, crea
infrastrutture e servizi adeguati, salvaguarda e valorizza l'ambiente, i beni
culturali,
l'agricoltura, l'artigianato, in una logica di integrazione, come una vera e
propria risorsa, vigila sulla sicurezza dei cittadini e degli ospiti, che oggi
costituisce
una premessa indispensabile allo sviluppo, snellendo le procedure burocratiche,
* e un PRIVATO che investe per migliorare l'offerta ricettiva, e il
contesto in cui opera. Le risorse che egli investe sono infatti essenzialmente
quelle
legate alla possibilità di disporre di un management capace di rischiare di più
per dare maggiore efficacia alle azioni, maggiore efficienza economica e
produttiva, quindi di operatori di eccellente livello sotto il profilo
professionale, che si impegnino a pensare, ideare, progettare iniziative di alto
profilo
Per l'elaborazione di adeguate politiche di sviluppo, dunque, gli enti locali
devono utilizzare quello che si è già prodotto e fatto e non partire da zero,
se si vogliono superarre alcuni fattori di criticità che ancora permangono, in
termini di:
o basso livello di consapevolezza interna sull'importanza del turismo quale
fattore di sviluppo locale;
o limitate risorse economiche da destinare al settore (basti vedere i bilanci
dei comuni che dedicano poco spazio agli investimenti sul turismo);
o limitata esperienza e carenza di professionalità adeguate alle articolate
competenze che il settore richiede.
Le linee di tendenza del mercato turistico, riguardano in particolare:
- l'incremento costante del turismo "tematico", con una crescente
segmentazione delle preferenze e con l'emergere di esigenze sempre più
differenziate
(turismo culturale, naturalistico, termale, d'avventura, del benessere, turismo
sociale e religioso);
- le componenti immateriali: qualità dell'ambiente e del contesto
socio-culturale;
- integrazione delle strutture ricettive con la realtà locale;
- percorsi eno-gastronomici.
Le direttrici di una strategia turistica
Sono questi elementi che vanno studiati e tenuti in debito conto dagli Enti
locali, perché risultano determinanti per la capacità attrattiva dell'area. Le
direttrici fondamentali di una tale strategia, che tutti gli Enti devono mettere
in atto, si possono riassumere in termini di:
- Attrattività
- Fruibilità
- Competitività
L'attrattività occorre ottenerla potenziando e organizzando l'offerta
nell'intero territorio e riequilibrando i flussi turistici attraverso la
valorizzazione di
alcune aree scarsamente frequentate, specie montane. Si tratta di attivare
processi finalizzati allo sviluppo delle tradizioni e delle economie locali,
inserendo i beni (storici, archeologici, culturali, ambientali ecc.) di ogni
singola realtà, spesso non considerate, all'interno di itinerari o circuiti,
agendo su
tutto il contesto territoriale e i suoi attori: trasporti, ricettività,
strategia degli eventi, strategie di promozione e comunicazione,
personalizzazione
dell'immagine dei luoghi ecc.
Rientrano, per esempio, in questa direttrice i percorsi naturalistici, i più
importanti dei quali sono l'Area Marina Protetta "Capo Rizzuto" e il Parco
Nazionale della Sila. Tra questi va potenziato il raccordo ideale "Park to
Park", che facendo tappa nel Parco Archeologico di Capo Colonna, attraversa
ricchezze ambientali e culturali, ai fini di uno sviluppo eco-sostenibile e di
una maggiore tutela e valorizzazione dell'ambiente.
Per la fruibilità è necessario, innanzitutto, realizzare una maggiore visibilità
delle risorse, diffuse sul territorio, agevolandone l'individuazione ai turisti,
organizzandoli a sistema, il più possibile differenziato per caratteristiche,
contenuti e prezzo dell'offerta, e quindi impostare politiche efficaci di
promozione
e comunicazione, con i mezzi più adeguati a secondo del caso. Capitale
importanza riveste, a proposito di competitività, lo strumento della formazione,
la
quale spesso è eccessivamente delegata e non ha una reale efficacia in quanto
slegata dalle esigenze formative reali del settore turistico.
Per competere sul mercato, infatti, diventa fondamentale la capacità di formare
nuove figure professionali, con un approccio imprenditoriale al lavoro:
gestori di servizi per i beni culturali, organizzatori di eventi, artigiani,
guide turistiche, agenti di viaggio in grado di individuare i buoni prodotti,
promuoverli
ed indirizzarli per il loro miglioramento, ecc., e ancora cuochi, camerieri,
direttori, segretari...a volte sono loro che incontrano e parlano con il
cliente,
molto più spesso di chi è responsabile dell'attività; la loro gentilezza ma
anche la loro professionalità o capacità di dare informazioni appropriate
arricchiscono la soddisfazione del cliente. La formazione deve quindi essere
un'azione che coglie con tempestività le esigenze della domanda e dell'offerta
per divenire, realmente, un momento di preparazione all'innovazione e alla
competitività. A ciò, in maniera concertata gli Enti locali devono dedicare
risorse e attenzione.
Ugualmente strategica diventa l'attuazione di metodi finalizzati al
rafforzamento delle reti ed alla capacità di relazione tra gli operatori. Così
come la
costruzione di un vero e proprio marchio d'area del STL turistico
crotonese, che identifichi i caratteri distintivi della nostra offerta turistica
rispetto ad altre
aree territoriali.
Nuovi obiettivi
L'obiettivo da perseguire, dunque, per lo sviluppo economico dell'intero
territorio, è quello di attrarre nuova domanda turistica, "destagionalizzando"
l'offerta per produrre un impatto positivo e diffuso sull'economia locale.
Il progetto di sviluppo turistico, dunque, costituisce un impegno prioritario,
un obiettivo che richiederà un grande sforzo progettuale, secondo una
logica di integrazione e interdipendenza delle azioni, che pongano al centro il
territorio unitamente inteso, ribaltando la cultura dei piccoli interventi a
pioggia e introducendo quella che assegna ad ogni iniziativa la dignità di
"evento di tutti" e che risponda appieno al binomio costi-benefici.
Gli Enti locali inoltre dovranno:
* dare sostegno alle iniziative di programmazione negoziata in corso;
* auspicare il coordinamento regionale delle competenze in materia con i diversi
soggetti istituzionali;
* promuovere lo sviluppo di nuove forme di imprenditorialità turistiche;
* promuovere interventi per la gestione delle coste;
* permettere la diffusione nelle comunità locali della cultura dell'ospitalità;
* creare una piattaforma tecnologica del STL;
* agevolare l'istituzionalizzazione di eventi artistici e culturali (rassegne,
festival, spettacoli, meeting).
Tutto ciò va interpretato, a nostro avviso, come un investimento per il futuro,
per la qualità della vita di chi vive il territorio tutto l'anno; un'occasione
di
occupazione per le generazioni future; una sfida molto impegnativa perché
presuppone di condividere dei principi, su cui sviluppare indirizzi operativi da
perseguire nel tempo e con coerenza.