Il protocollo di Kyoto è entrato in vigore e prevede, entro il 2012, la
riduzione di emissioni inquinanti del 6,5% e il raddoppio della quota di energia
da fonti rinnovabili, dal 6 al 12%.
Gli effetti dannosi prodotti dall'aumento dei consumi di energia, ottenuta dai
combustibili fossili, uniti all'esaurimento di questo tipo di risorse, fanno sì
che si ricorra in fretta all'impiego di fonti rinnovabili di energia. Tra queste
la biomassa, ed in modo particolare la coltivazione di piante dedicate ad uso
energetico (pioppo, eucaliptus, rubinia, miscantus ecc.) può giocare un ruolo
importante e portante. Infatti, l'agricoltura può contribuire in maniera
significativa sia al risparmio energetico che alla produzione di energie
rinnovabili attraverso lo sviluppo delle filiere delle biomasse, dell'eolico,
del solare e
dell'idroelettrico.
Interventi in materia di bioenergia
L'agricoltura è l'unico settore economico che attraverso la sua attività riduce
l'anidride carbonica, produce ossigeno e soprattutto può contribuire alla
formazione di energia rinnovabile.
Le fonti energetiche rinnovabili possono contribuire non solo a ridurre la
dipendenza dalle importazioni di energia e a migliorare la sicurezza
dell'approvvigionamento, ma anche a dare un deciso apporto ambientale riducendo
le emissioni di anidride carbonica, il tutto favorito da una nuova
"Politica agricola comunitaria" (Pac) che con il disaccoppiamento (pagamento
unico) può favorire lo sviluppo delle fonti alternative. Infatti, con la nuova
riformulazione della Pac, l'agricoltore è più libero e la bioenergia potrà
essere una grande opportunità per l'impresa, visto anche il contributo economico
che la UE ha previsto per la coltivazione di queste piante. In sintesi
l'agricoltore che vuole destinare il suo fondo alla coltivazione di queste
piante, oltre a
percepire il premio disaccoppiato, percepisce un ulteriore premio dall'UE ed il
reddito derivante dal taglio delle piantagioni, per cui facendo un calcolo
costi/ricavi per l'agricoltore si verificano degli introiti positivi.
Nella provincia di Crotone in questi ultimi tempi si sta verificando ad opera di
alcune società, che con l'agricoltura hanno a che fare ben poco, un
forte e dinamico interesse attorno alla coltivazione di piante dedicate ad uso
energetico, cercando di stipulare contratti di fitto con gli agricoltori, che
per
dieci anni dovrebbero cedere a queste società i loro terreni per destinarli alla
coltivazione di piante energetiche. Certamente non si tratta di benefattori,
ma di gruppi interessati a dei tornaconti sostanziosi, che hanno capito come
dietro la coltivazione delle biomasse esiste un business di tutto rispetto,
attraverso cui si tende a prelevare il valore aggiunto che dovrebbe toccare agli
agricoltori.
Dietro questo fervido interesse si nascondono diverse motivazioni quali:
1° la presenza di 3 centrali di biomassa dislocate sul territorio provinciale
con forte richiesta di materiale da impiegare per produrre energia;
2° le difficoltà di reperire il prodotto, viste anche le proteste della gente
per l'esbosco della Sila;
3° le politiche UE volte ad incentivare economicamente la coltivazione delle
piante dedicate;
4° le tematiche ambientali e quelle energetiche, oggi stanno assumendo una
grande importanza, tutti gli stati stanno rivedendo la propria politica
energetica, incentivando l'uso di energia alternativa. Chiaramente l'obiettivo è
quello di monopolizzare la coltivazione di biomassa, sfruttare gli interventi
comunitari, statali e regionali, e come sempre all'agricoltore non rimarrà
nulla, se non dopo dieci anni un terreno sfruttato ed impoverito.
Bisogna respingere con forza questo tentativo prodotto da questi gruppi di
affari, l'agricoltura e gli agricoltori debbono entrare a pieno titolo nel
panorama dell'energia, l'agricoltore può coltivare, produrre e vendere energia,
creando così sviluppo economico locale, occupazione, miglioramento
ambientale. La coltivazione di fonti energetiche in larga scala potrà creare un
indotto in grado di fornire nuovi impulsi al terziario agricolo ed all'industria
di
trasformazione. Verranno a crearsi nuove opportunità non solo per gli
agricoltori.
Puntare sull'energia rinnovabile con il contributo del mondo agricolo è
possibile soprattutto se questo avverrà con un accordo quadro tra agricoltori,
imprese trasformatrici, istituzioni ed enti di ricerca (parco tecnologico).
Tutti insieme per delineare e realizzare un progetto di filiera per la
produzione e il
consumo di bioenergia.