“E io vedo i corpi come macchine/ E vedo il ragazzo di Genova sul punto di tirare l’estintore/ Contro la jeep della polizia/come farebbe una macchina/vedo i suoi movimenti, i vestiti,il passamontagna/come attaccati a una macchina/ E vedo un poliziotto come una macchina che mira alla teasta/ E vedo cadere il corpo fulminato del ragazzo/come se precipitasse una macchina/E vedo come una jeep passa due volte con le ruote/sopra il corpo del ragazzo/ Una macchina schiacciata da un’altra macchina/ E vedo quest’umanità senz’umanità/ come una sfottuta,sfottuta,sfottuta macchina”. (Garcia, Agamennone: 22-23).
Per Bertolt Brecht, la tecnica, di cui la macchina è espressione, non è allegoria della totalità del male come in Toller, ma è portatrice dei connotati positivi della tradizione marxista, perché porta la liberazione dell’umanità dal lavoro alienato. Recita il primo intermezzo di Mann ist Mann : «Stasera un uomo viene smontato e rimontato come un’auto, senza che nulla vada sprecato» (Brecht, 1966: 349). Altrettanto, in Das Badener Lehrstück vom Einverständnis Rappresentazione didattica di Baden Baden), la scena dei due clown che fanno letteralmente a pezzi un corpo umano con l’intento di amputarne le parti doloranti, è espressione dell’immaginario moderno che ha concepito e realizzato i robot e l’automazione, un corpo perfettamente smontabile e sostituibile. Nei drammi didattici di Brecht il negativo si rovescia in positivo: rifuggendo dalle nostalgie dell’unità perduta, traccia un mondo necessariamente spietato che è la condizione ineliminabile per creare la società di eguali, spersonalizzati eliberati, dai processi di industrializzazione.
Heiner Müller, lo scrittore che ne ha raccolto l’eredità, declina invece verso Adorno, rappresentando la reificazione dell’oggetto vivente. In Notturno, uno dei quadri che compongono Germania Tod in Berlin (1978), il soggetto della scena (al limite fra la comicità surreale di Charlot e i lividi corpi macellati di Francis Bacon), è una figura umana fuori scala, «forse una marionetta» la cui performance consiste in azioni di automutilazione del proprio corpo nel tentativo di afferrare una bicicletta, priva anch’essa dei suoi basilari organi (manubrio, pedali, sellino). Sia il corpo che l’oggetto celibe si smontano e si defunzionalizzano per generare un nuovo corpo che nasce dalla loro fusione. Con gli arti smembrati e gli occhi strappati dalle orbite, l’unico gesto di umanità che l’uomo «che è forse una marionetta», esprime è l’urlo, come nell’omonimo quadro di Munch.
Le macchine antropomorfizzate costruite da Nam June Paik, il robot Frankstein che passeggia a New York per Madeson Avenue , il cui antenato è stata Charlotte Moorman, musicista e performer “assemblata” da Paik in una interazione fra vivente e inerte, rappresentano, invece, il versante felice del capitalismo maturo in cui l’arte piega ai suoi fini la tecnologia. Con due monitor al posto dei seni, poggiati sul suo inseparabile violoncello, come antenne e occhi, Charlotte si dà come installazione vivente, composta di materiali organici e inorganici e, in virtù del suo essere ibrido, ha un rapporto più intenso con il mondo: mescola l'Oriente con l'Occidente, cultura alta e bassa, pubblicità e cronaca. Con la serie delle FamilY Robot (1966), Painted Child, (1966), Chicken box e Chicken Farm (1966), pollai fatti di antiquati apparecchi televisivi, Paik con le sue installazioni celebra l’addomesticamento e la naturalizzazione del dispositivo tecnologico. Negli stessi anni , le performance musicali di Laurie Anderson fanno convivere corpo e tecnologie in uno scambio di proprietà che li rafforza reciprocamente : il corpo, amplificato come uno strumento, viene suonato e diventa produttore e diffusore di suoni che sono naturali e artificiali insieme.
L’innesto del macchinino nell’organico è da intendere come organico che è divenuto egli stesso meccanismo e non letteralmente solo come ostentazione di protesi tecnologiche. Nel teatro di Rodrigo Garcia c’ è la sparizione del soggetto, dove anche le azioni più trasgressive, quelle che sono motivate da una ribellione, appaiono come gesti regolati e voluti da un meccanismo che ripete le azioni indotte dalla società globalizzata.
Per Romeo Castellucci della Socìetas Raffaello Sanzio “ La macchina così come, all’opposto,
l’animale, è disumana perché è pura funzione, pura operazione depurata dall’esperienza. L’attore è
esattamente tra questi due campi, tra l’animale e la macchina, perché è contemporaneamente le due cose,
pura funzione e puro corpo esposto, puro essere ( Romeo Castellucci, 2004: 21). Accanto al corpo
smontabile che può sostituire le parti difettosi con pezzi inorganici, troviamo la
riduzione dei sentimenti ed emozioni umane a patologie fisiche: in To you, the Birdie (Phèdre 2002)
del Wooster Group, il patire amoroso di Fedra è trasformato in una equivalente
malattia intestinale di cui soffre la regina, trasportata su una sedia a rotelle (al posto del trono),
mentre tubi vengono attaccati a intervalli in diverse parti del suo corpo costipato, al fine di purgarsi.
Infatti a un certo punto la regina con intorno i servi, defeca sul palcoscenico con un sorriso
di calma soddisfazione sul volto Il corpo richiama attenzione su se stesso, anche quando,
all’opposto, è vigoroso e prestante, come.quello di Teseo che gonfia i muscoli e si mette in posa
come un eroe olimpionico 1.
Corpi-macchina, disumanizzati, malati, assimilati agli animali, ridotti a materia e nel contempo
identità mutanti che esaltano le trasformazioni,l’instabilità della personalità e del carattere:
In Cremaster 3, di Matthew Barney, l’artista, nudo, con uno slip e scarpe sportive con oggetti di metallo che ostruiscono gli orifici del suo corpo, incarna colui che mette alla prova il suo corpo positivamente, come il mago Houdini. e come il giocatore di football Jim Otto, l’incarnazione di un atleta “ tecnologico” in virtù della protesi alle gambe che gli hanno restituito dei ginocchi artificiali, cosa che ha migliorato le sue prestazioni sportive..
Con Barney il mondo è sostituito dall’universo ossessivo dell’artista che mette in scena “il processo di costruzione del sé”, le sue mitologie personali: si trasforma in atleta, in serial killer, in mago, cow-boy, enfatizzando l’eroismo, l’atletismo, l a sessualità e la transessualità, il controllo del corpo. Ciascuna delle sue differenti incarnazioni artistiche si inscrivono in un universo maschile, dove il ricorso all’arcaismo si unisce con una costante evocazione delle biotecnologie. Nelle sue prime opere Barney associa la figura dell’artista a quella dell’atleta, per cui creazione artistica corrisponde alla capacità di modellare il corpo come quello di un atleta., essendo il suo corpo l’oggetto da ridurre a forma. Infatti le sue prime sculture sono ispirate alle macchine usate in palestra per gli esercizi fisici. Il corpo maschile onnipresente nel lavoro di Barney, è rappresentato come una costruzione immaginaria, evoca le sperimentazioni genetiche e chirurgiche, mescolate all’idea del corpo addestrato e sessualizzato dello sport., rappresentato come un organismo indipendente, metafora di una più vasta unità conosciuta in termini di totalità.… .
Gli artisti, portano in luce un universo cy-borg (cibernetica + organismo ) dove l’organico si è dissolto in una serie di flussi elettronici che controllano la nostra esperienza. In questo mondo secondo Donna Haraway, sia la macchina che l’animale non costituiscono più dei confini insormontabili rispetto all’umano” le macchine di questo fine secolo, hanno reso totalmente ambigua la differenza fra naturale e artificiale, mente e corpo,. Le nostre macchine sono fastidiosamente vivaci e noi spaventosamente inerti” ( Haraway, 1995: 44 ).