Ogni anno, alla pubblicazione degli ormai tradizionali "Rapporti" sulla qualità
della vita nelle province italiane, di Italia Oggi e de Il Sole 24 Ore, tanto nelle
"comunità scientifiche", quanto nelle "comunità locali", si ravvivano dibattiti sulla
natura e la misurabilità del benessere. Leggerli e interpretarli dal punto di vista dei
valori e delle abitudini locali potrebbe essere attività utile, forse necessaria.
Dimensioni/settori
Italia Oggi
Il Sole 24 Ore
(indicatori
quantitativi)
Il Sole 24 Ore (sentiment)
Generale
75
86
-
Affari e lavoro
99
92
84
Ambiente
27
-
-
Servizi
67
-
-
Servizi e ambiente
-
16
77
Criminalità
42
45
20
Disagio sociale e personale
3
-
-
Popolazione
29
8
1
Tempo libero
91
84
85
Tenore di vita
103
99
53
Struttura e metodo delle indagini - Il Rapporto di Italia Oggi prende in
considerazione 79 variabili elementari, raggruppati dapprima in "sottodimensioni" e
poi in otto "dimensioni": affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e
personale, popolazione, servizi, tempo libero, tenore di vita. In un'unica classifica
generale confluiscono infine tutti i caratteri delle variabili rilevate. Lo studio de Il
Sole 24 Ore prende in considerazione 36 variabili elementari. Sei di queste,
raggruppate per temi (affari e lavoro, servizi e ambiente, criminalità, popolazione,
tempo libero, tenore di vita), costituiscono i "settori" (quindi sei in tutto), per
ognuno dei quali è redatta una classifica. Anche Il Sole 24 Ore redige una classifica
di sintesi.
La posizione della provincia di Cosenza nei rapporti sulla qualità della vita di Italia Oggi
e de Il Sole 24 Ore (2003)
Il Sole 24 Ore, al livello dei settori, propone altre sei classifiche alla cui base
vi sono metodi e concezioni differenti. Queste, redatte dalla società di ricerche "IPR
marketing", non sono costruite, a differenza delle precedenti, in base al valore o al
numero degli acquisti, al possesso di un qualcosa (ad es. reddito, pensione, km di
pista ciclabile ...) o ancora all'utenza di un servizio (spesa per spettacoli, numero di
utenze di phone banking ...) ma sulle valutazioni soggettive, o, se si preferisce,
preferenze rivelate ("sentiment" nel linguaggio de Il Sole 24 Ore), espresse dai
componenti di un campione di cittadini. Volutamente non è fatto riferimento ad altre
indagini tra cui quella di Legambiente, la cui turbolenta eco riempie le pagine dei
quotidiani, o quella sulle città italiane dello stesso Il Sole 24 Ore, che sono riferite
non alla provincia ma al comune capoluogo.
Cronaca di un equivoco - Alla pubblicazione di tali Rapporti, a fine 2003,
sulla stampa locale si è acceso un vivace (a dir poco) dibattito su un repentino, però
presunto, passaggio della provincia di Cosenza da un ultimo posto della classifica di
Italia Oggi al primo di quella de Il Sole 24 Ore, una miracolosa metamorfosi che
però va smentita, in quanto non è prima nella classifica generale de Il Sole 24 Ore,
né tanto meno ultima in quella di Italia Oggi; anzi, in questa seconda è addirittura
"meglio piazzata". L'equivoco, se di ciò si tratta, poggia sulla circostanza che
Cosenza è ultima (unico caso) nella dimensione "tenore della vita" di Italia Oggi e
prima nel settore "popolazione" de Il Sole 24 Ore, con riferimento all'approccio
percettivo (anche questo unico caso).
L'immagine della provincia nei Rapporti - Nelle indagini quantitative
(Italia Oggi e prima colonna in tabella de Il Sole 24 Ore), il cui rigore metodologico
(quindi la coerenza del metodo che non necessariamente implica la rappresentatività,
per la quale è appunto suggerita la prospettiva locale) è testimoniato dalla
corrispondenza dei dati, gli aspetti della vita caratterizzati più negativamente sono
"affari e lavoro", "tempo libero" e soprattutto "tenore di vita". In quest'ultimo
Cosenza è ultima per Italia Oggi, quartultima per Il Sole 24 Ore. Sembra buona la
qualità dei fattori ambientali, fisici e antropici, nonché quelli strettamente
demografici. In merito al disagio sociale e personale pare addirittura eccellente. Non
appare critica la situazione della criminalità, sulla quale però rilevano fattori di
concentrazione spaziale in alcune subregioni della provincia.
Dall'utilità translocale al bisogno territoriale- Ristabilita la "verità
statistica", resta da tener fede al proposito iniziale: osservare i risultati delle indagini
in base alla prassi e alle emozioni del vivere locale, al fine di territorializzare le
emergenze dell'indagine nazionale, attività cui, in parte, ha provveduto Il Sole 24
Ore con il sentiment. Infatti, molti degli esiti di questa metodologia modificano
(prevalentemente in meglio), in alcuni casi rivoluzionandoli, i risultati delle due
indagini quantitative.
Tralasciando giudizi di merito e desideri d'auspicabilità, molte delle relazioni
socioeconomiche contemporanee hanno il mercato come canale e la moneta, nelle
sue molteplici forme, come codice. Coerentemente a ciò, le indagini dei quotidiani
economici hanno come momento di rilevazione l'atto dello spendere. Non tutti i
bisogni umani però necessitano di una spesa per il loro soddisfacimento, sfuggendo
così alla rilevazione. L'idea che in Calabria Citeriore, in particolare nei comuni
rurali, ne sfugga una qualiquantità significativa pare trovare conferma negli stessi
risultati delle indagini dei Rapporti, nei quali Cosenza è tanto meglio piazzata
quanto meno è rilevante il peso della spesa. Essa è peggio posizionata nell'indagine
quantitativa de Il Sole 24 Ore, migliora nell'indagine di Italia Oggi, alla quale il
curatore Vitali ha dato un "taglio più sociale", separando, al livello delle
sottodimensioni, variabili di spesa e variabili strutturali. Migliora ancora nella
classifica del sentiment de Il Sole 24 Ore.
L'efficacia del metodo della spesa incontra un primo parziale ma significativo
limite in un carattere della popolazione provinciale. Numerosi "occupati" in altri
settori svolgono attività agricola part-time nel proprio microfondo, dal quale
ricavano alimenti immediatamente edibili o materie prime per la preparazione di
conserve. Al di là dei consumi "liberati" dal mercato, l'esistenza del fattore "valori
locali", peraltro controversi, è supportata da quella che continua tutt'oggi ad essere
tra le migliori monografie regionali: "Calabria", di Gambi (1965). Egli parla di
"società che non misura in moneta le sue fatiche". Valutare quanto di tale
atteggiamento si conservi è attività ardua, ma è forse utile prenderne coscienza come
fattore identitario costitutivo di una comunità e di una società locale, perennemente
in bilico tra l'appropriazione esplicita di tale valore e il Calabriae planctus (il
compiacersi delle proprie sventure).
Non credo che nella valutazione del benessere si possa prescindere da reddito
e capacità d'acquisto, che nelle relazioni socioeconomiche contemporanee sono
condizioni non derogabili, requisiti minimi necessari per una dignitosa esistenza:
alimentarsi, curarsi, procreare, accedere ai saperi. D'altra parte non credo che una
propensione all'acquisto accennatamente inferiore e una composizione della spesa
locale visibilmente, ma non radicalmente, differente rispetto ai caratteri nazionali sia
da pregiudizio per alcuni aspetti del benessere e specularmene favorisca
l'alimentarsi e il diffondersi del malessere, che pur esiste, ma che va ricercato in
ambiti diversi da quello costituito da un deficit di modernità nella composizione
della spesa: clientelismi, corporativismi professionali, particolarismi familiari,
occupazione scarsa e di pessima qualità.
Nelle indagini, il criterio della spesa è peraltro usato frequentemente anche per
eventi culturali, per utenze di impianti sportivi, per consumi enogastronomici. Si
alimenta così una distorsione che attribuisce più benessere a un'ora passata al
ristorante o al bowling che non a rituali rurali quali quelli "del maiale", al fare
musica, arte o comunque cultura, alla presentazione di un libro, ad uno spettacolo
gratuito in piazza, alla ritualità silvopastorale che si perpetua nei luoghi sacri della
montagna citeriore (Pettoruto, Santa Maria dell'Arme). È una distorsione che, in
ultima istanza, conduce ad attribuire maggior pregio alla spesa per il tempo libero
che non al tempo libero stesso.
Alle riflessioni precedenti sembrano peraltro non sfuggire beni e servizi "più
essenziali". Naturalmente chi è nelle condizioni di pagare per essere assistito
nell'infermità o "assicurarsi sulla vita" (nella cui classifica Cosenza è penultima
seguita da Crotone) ha una garanzia addizionale rispetto a chi non ha tale possibilità,
ma probabilmente il contributo di tali fattori al benessere non supera quello della
solidarietà intergenerazionale, dell'assistenza di un familiare, di un quasi familiare o
di un vicino che è tale non per proprietà geometrica, ma per la condivisione dello
stesso spazio umano e sociale.