Il cambiamento culturale in atto, sollecitato anche dall'autonomia, sta incidendo profondamente
nella cultura e nel modo di essere e di funzionare del sistema scolastico.
Nel nuovo quadro istituzionale, organizzativo ed operativo delineato dalla riforma del ministero, le
regioni e gli enti locali, concorrono all'elaborazione ed alla definizione di importanti parti ed aspetti
del sistema educativo formativo ed al relativo funzionamento, in quanto titolari di specifiche
competenze di governo, programmatorie, gestionali, organizzative ed operative.
Il ruolo attribuito alla scuola è quello di tutela del patrimonio culturale e valoriale, di realizzazione
di strategie di cambiamento che, nello stesso tempo, ne accrescono le responsabilità sia sotto il
profilo dell'elaborazione che della pratica di una cultura adeguata a formare il nostro futuro.
Nonostante questo patrimonio abbia oggi dei confini ed un'identità difficilmente decifrabili, un tale
ruolo continua a conferire alla scuola una valenza sacrale: nel modello di società aperta, le
istituzioni educative vengono necessariamente a configurarsi come entità sensibili ai problemi dello
sviluppo e anticipatrici di innovazioni, capaci di interpretare e vivere un'autonomia che non sappia
di isolamento ma che risulti valorizzata dal sostegno e dalla partecipazione non solo istituzionale
ma soprattutto sociale.
Non si può fare a meno di rinviare ad una realtà, quella calabrese, che evolve e che si configura
come "progressivamente conoscibile", alla quale ci si adegua con un lavoro di ricostruzione di un
presente che non è più rimasto in uno stato di progressivo deperimento.
Una serie di squilibri formativi, registrati in ultima analisi nei dati allarmanti e desolanti di tasso di
analfabetismo e tasso di istruzione superiore, che non possono non incidere su ogni processo
d'innovazione sociale e culturale, reclamano un recupero di centralità effettiva per i temi della
formazione. I forti vincoli di risorse del contesto inducono ad elaborare una cultura organizzativa
dei sistemi formativi in cui gli organi dell'Amministrazione scolastica, enti ed istituzioni, anche se
investiti di specifiche ed esclusive competenze, sono tutti chiamati a praticare il loro impegno entro
ambiti sempre più estesi, che presentano punti di contatto, di connessione e di interferenza con altri
ruoli e attribuzioni e che, per il loro valore strategico, richiedono l'individuazione di modelli di
organizzazione in rete con relativi protocolli di comunicazione, volti a realizzare la necessaria
sinergia e ad evitare sovrapposizioni, disposizioni e diseconomie.
Di pari passo con il lavoro di ricostruzione occorrerebbe svolgere un lavoro di contestualizzazione:
compenetrare esperienze del presente e lezioni del passato, rispondere ai problemi imposti dalla
considerazione della società nel suo fluire, nella concretezza.
Organicità e continuità dovrebbero caratterizzare la logica di intervento per progetti-obiettivo con
programmi di alfabetizzazione ad ogni livello, di recupero della dispersione, di formazione continua
per un cittadino che, per rispondere alle crescenti esigenze di una società problematica e complessa
e per contribuire attivamente a svilupparne gli aspetti culturali, civili e sociali, deve padroneggiare i
saperi e diventare sempre più consapevole e responsabile delle scelte democraticamente effettuate.
In un certo senso la dissonanza della cultura moderna, in particolare quella che si manifesta nei
progressi della tecnica in ogni settore e nella contemporanea insoddisfazione verso questo
progresso, sembrerebbe causata in gran parte dal fatto che le cose diventano sempre più colte ,
mentre gli uomini sono sempre meno capaci di guadagnare, dalla perfezione delle cose un
perfezionamento, della loro vita soggettiva. Che le cose divengano più "colte" e, in proporzione, gli
uomini lo diventino sempre meno, significa che la società dispone di un sapere che sovrasta le
capacità di elaborazione di ogni singolo individuo.
Il bagaglio tecnologico della scuola calabrese, abbastanza consistente, costituisce indicatore di
contesto che si traduce in elemento di forza strutturale generalizzata: il potenziamento delle
infrastrutture ha interessato ormai anche le scuole più piccole.
A prescindere da più approfonditi accertamenti sullo stato delle strutture e degli eventi, credo si
debba porre più attenzione, di quanto non si è fatto sinora, su alcuni aspetti dell'attività di
storicizzazione: riaffermare la funzione della scuola come elemento motore di un organizzato
sistema formativo, punto di riferimento primario ai fini della ripresa del processo di sviluppo.
In cima alla scala delle variabili da considerare, non ci sono solo i mezzi ma le persone, le loro
aspettative, il coinvolgimento e la partecipazione, la percezione del loro ruolo. La
responsabilizzazione del singolo e la spinta ad integrarsi in un lavoro di ricostruzione comune,
migliorano i livelli formativi ed arricchiscono il clima di valori recuperati.
Il processo di modernizzazione della scuola di Calabria si radicherebbe fondamentalmente nella
modernizzazione della sua filosofia, più che del suo impianto, il che presuppone la configurazione
di una struttura flessibile, attenta ai fini piuttosto che alle procedure, capace di interagire con il
nuovo, orientata a riconoscere il merito ma in grado di tutelare fortemente il bisogno, fermamente
determinata a valutare i risultati del proprio operato. L'attuale struttura deve divenire ancor più
modulare e flessibile in modo da trasformarsi in un insieme di servizi personalizzabili, con nuovi
modelli di organizzazione della didattica.
Il momento del concorso delle risorse e degli interventi, diventa allora ancor più rilevante e
significativo. E' fortemente auspicabile che formazione iniziale, orientamento della professione,
inserimento nel mondo del lavoro ed esperienze lavorative vedano tutti i competenti referenti
costantemente presenti nel processo di collaborazione.
In una regione socialmente disaggregata, che avverte la mancanza di norme che definiscono le
procedure di concertazione tra i numerosi attori coinvolti nella formazione, la strategia da
intraprendere è quella pervasiva, indivisibile, che non soffre di confini, né interni né esterni
"all'impresa", che va dal singolo cittadino alla rete di istituzioni, in un cammino di miglioramento
continuo e di innovazione che non si concede soste, ma nello stesso tempo neppure fretta o
concitazione, un cammino di lungo periodo, una strategia di qualità.
Qualità delle istituzioni e democrazia, in generale, progrediscono assieme nella società.