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Alessandro Sanzo,
L’officina comunista.
Enrico Berlinguer e l’educazione dell’uomo (1945 –1956), Aracne Editrice, 2003.

di Viviana Santoro


E’ stata inaugurata con un lavoro su Enrico Berlinguer la nuova collana editoriale di Aracne, “Diritto di stampa”, diretta da Giuseppe Boncori, Nicola Siciliani de Cumis, Maria Serena Veggetti.
L’autore della tesi, Alessandro Sanzo, calabrese di Chiaravalle Centrale, si è laureato in Filosofia presso “La Sapienza” discutendo su “L’officina comunista. Enrico Berlinguer e l’educazione dell’uomo (1945-1956)”.
Quello che ora è diventato un vero e proprio strumento di studio per chi vuole conoscere un “altro” Berlinguer, dalle dimensioni educative, (si vedono le presentazioni di Nicola Siciliani de Cumis e Chiara Valentini e la postfazione di Mario Alighiero Manacorda).
Sanzo, "giovane studente universitario cresciuto a latte e politica", come egli stesso si definisce nell’introduzione, “scopre”, dalle non semplici ricerche di documenti e pubblicazioni di FGCI e PCI, presso la Fondazione Istituto Gramsci, che per Berlinguer, come per Labriola non esiste un modo solo di fare pedagogia, ma tutto è pedagogia, anche ciò che erroneamente viene definito “extrascolastico”: l’input per la ricerca gli viene dal corso universitario sulla pedagogia di Antonio Labriola e Antonio Gramsci, tenuto da Siciliani de Cumis alla Sapienza, le cui lezioni e riflessioni gli insegnano che tra educazione e marxismo il legame non è scindibile, e che il politico svolge un lavoro educativo, nel senso più vasto della parola. Un lavoro faticoso e preciso, se si pensa che Sanzo procede ad una ricostruzione storica minuziosa che comincia dal 1945 ed arriva al 1956, servendosi della documentazione bibliografica e delle tantissime carte d’archivio.
Ne viene fuori un piccolo manuale di pedagogia che possiamo dire “politica”, nel concepimento del quale appare chiaro che il giovane autore instaura un dialogo formativo con il “tema” della sua ricerca, ovvero Enrico Berlinguer.
Non si pensi ad un’opera di agiografia, anzi è notevole il continuo sforzo dell’autore di essere autonomo nel giudizio.
Come sottolinea Manacorda "quella di Sanzo è una ricostruzione non agiografica, ma critica, e perciò storicizzante, che segnala le diverse fasi dell’impegno educativo del PCI e, in esso, di Enrico Berlinguer".
Il lavoro di Sanzo, come fa notare Siciliani de Cumis, "vuole essere anche, in presenza del “messaggio” berlingueriano, una specie di sermoncino sui “valori”, sull’”etica”, sul “buono” e sul “cattivo” della politica, dunque, una specie di abbozzo di questionario sul “che fare”, in prospettiva, oggi".
Cinque i capitoli in cui si divide il lavoro:- la formazione di Berlinguer uomo (la famiglia, la scuola, i libri e la filosofia come politica) – l’educazione comunista di Berlinguer e quello che egli pensava dell’educazione (la formazione dei giovani, il ruolo del Partito e della stampa comunista nella loro educazione ) – l’educazione ideologizzata (il mito dell’Unione sovietica e di Stalin) – l’oppio della gioventù ( fumetti e mass media).
Sanzo, ha analizzato con puntualità ammirevole gli scritti di Berlinguer e gli studi del PCI, per poi rendersi conto che era necessario ridefinire l’ambito della sua ricerca e contestualizzare “la pedagogia” di Berlinguer, giovane “rivoluzionario di professione”: da qui l’opportunità di conoscere il lavoro delle organizzazioni giovanili comuniste e del PCI.
Da questo studio faticoso, che il giovane autore definisce “affascinante”, emerge la figura di Berlinguer che molto più di altri dirigenti del PCI guarda al lavoro educativo come ad uno dei suoi più alti compiti di uomo politico.
Educare, quindi, non solo il militante comunista, ma un uomo nuovo: e Sanzo “scopre”, come fa notare Siciliani de Cumis, "il Berlinguer della storia, cui l’argomento deontologico e pedagogico sembra assegnare un diverso significato oggi più di ieri, nell’era delle privatizzazioni e della globalizzazione. E che si fa studiare a maggior ragione adesso, per le piste d’indagine che suggerisce, nel quadro delle attuali attività scientifiche e didattiche della Cattedra pedagogica de “La Sapienza” di Roma".



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