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Iniziativa eolica da 300 Mwe in Calabria

di Sabatino Cariati


INIZIATIVA EOLICA DA 300 Mwe IN CALABRIA
Queste brevi righe hanno un solo scopo di introdurre e proporre sostegno ad una iniziativa per l’attuazione, iniziando da subito, di 300 Mwe di nuova potenza eolica in Calabria.
Sul piano quantitativo, la dimensione in questione non è trascurabile, ma nemmeno di peso determinante, in una regione attualmente dominata dall’impiego di fonti fossili che richiede un cambiamento generale di modello energetica.
INQUADRAMENTO E QUALIFICAZIONE DELL’INIZIATIVA
Si tratta quindi di inquadrare e qualificale l’iniziativa, sul piano sia ambientale che culturale e tecnologico, in campo internazionale, nazionale e regionale, collegando questa concreta iniziativa, con impegni più ampi, da sviluppare e attuare con i tempi necessari.
L’ASPETTO INTERNAZIONALE. DIVERSI TIPI DI BENESSERE
Energia e ambiente vanno considerate nell’ambito di un modello di sviluppo che per diverse ragioni, non solo ambientali, deve giudicarsi distorto, insostenibile e non generalizzabile.
In sintesi, l’intera umanità, con un ruolo dominante dei paesi più ricchi, è avviata su una strada di sviluppo per cui il benessere viene fatto dipendere dall’aumento dei consumi individuali.
Il termine “consumo”, come è noto, è già di per sé esplicativo, in quanto si riferisce all’impiego di risorse materiali, che una volta utilizzate non sono più disponibili e diventano scorie, con impatto ambientale territoriale.
Non così avverrebbe in presenza di altre possibilità di benessere, come l’accesso alle informazioni, in modo utile per incidere nei processi democratici, la disponibilità di tempo effettivamente libero, le relazioni umane e con la natura, la letteratura e l’arte, il gioco, l’approfondimento delle proprie opinioni, convinzioni e identità e altre identità che hanno carattere “immateriale”, per cui non si “consumano” e nello stesso tempo corrispondono ai bisogni umani di tipo “superiore”, presi in considerazione da migliaia di anni (Aristotile).
L’ENERGIA
L’energia è un bene intermedio che costituisce uno dei punti più critici relativi al rapporto tra l’umanità e gli equilibri naturali, sia globali che locali.
L’energia, la mobilità, l’informazione, la qualità urbana, come anche il ruolo della scuola, della ricerca e dell’università, vanno prese in considerazione nel quadro accennato, indicato ormai come “cambiamenti del tipo di sviluppo”, che a sua volta richiede il cambiamento non solo delle tecnologie, ma anche dei rapporti tra l’economie e altre esigenze umane e sociali.
Un dato energetico ambientale di oggi è che l’impiego dei fossili porta alla degradazione climatica, ciò che corrisponde ai limiti della “capacità di rigenerazione” naturale.
Un secondo dato è la tendenza di minore disponibilità, in tempi di 10 o 2º anni dei giacimenti di petrolio, come è confermato dal fatto che grandi compagnie, che ne sono proprietarie, tendono a sovrastimare i grandi giacimenti.
ITALIA
L’Italia, rispetto agli altri paesi, nord-americani ed europei, è un paese con minori consumi. Alcuni anche a livello governativo, vorrebbero quindi l’aumento dei nostri consumi, mentre gli impegni internazionali del tipo Kyoto e in prospettiva post- Kyoto costituiscono per noi una grande opportunità, visto anche il nostro ruolo di importazione di fossili, la nostra specifica importazione di fossili, la nostra specifica vocazione per il turismo, la nostra prospettiva per il Mediterraneo. CALABRIA.
La Calabria non ha motivi per imitar lo sviluppo di una regione centro europea, che appartenga alla zona della Ruhr o all’Italia padana.
L’Italia non ha un futuro di industrie pesanti, tipo, auto, acciaierie, chimica pesante. Quantoa raffinerie di petrolio, ne ha abbastanza.
Il futuro della Calabria va quindi legato a qualità, informazione, ambiente, territorio, prodotti tipici, turismo.
In Spagna, la Navarra si è qualificata in campo internazionale per l’impegno eolico.
La Calabria può tenere insieme gli impegni in campo formativo, con relativi servizi, ipotesi presenti nel CIES, con energia rinnovabile, agricoltura di qualità, turismo intelligente e altre produzioni in cui il termine qualità segnala anche la forte intensità di informazione e la bassa intensità di energia. L’ambiente, in questo senso, è un’opportunità verso il futuro, molto più che un vincolo.
LA TRASFORMAZIONE GENERALE, NECESSARIA E POSSSIBILE, CHE PUO’ AVERE IN CALABRIA UNA REGIONE ATTIVA (EUROPA E MEDITERRANEO).
Ai fini della transizione a nuove possibilità di benessere che possiamo indicare come “superiori”, in quanto basate su informazioni e relazioni, i termini di qualità, intensità di informazione, bassa intensità di energia e materia, bassi impatti ambientali, possono funzionare come indicatori dell’avanzamento del processo di transizione.
Nel caso del consumo di energia, conta anche la provenienza: è vero che al momento del consumo, tutti i Kwh sono uguali, ma considerando i cicli, quelli da provenienza rinnovabile sono “no regret”, mentre gli altri hanno difetti sia ambientali, sia per la bilancia commerciale, cioè per i costi di importazione.
L’energia è un bene intermedio, non finale.
Può e deve essere qualificata in due modi, che si accordano tra di loro:
- efficienza, sia di apparecchiature che di sistemi;
- grado di rinnovabilità;
Oggi si parla anche di de-carbonatazione di un tipo di sviluppo, con riferimento alla riduzione delle fonti fossili consumate.
AVVICINAMENTO GRADUALE AL NUOVO TIPO DI SVILUPPO.
IL LUOGO DELLA DE-CARBONATAZIONE E’ REGIONE-TERRITORIO.
Sono in molti, ormai, di varia provenienza a pronosticare la fine del modello di sviluppo basato sul petrolio.
Vengono ricordati i calcoli di Hubbard e le valutazioni sul rapporto tra domanda e offerta nelle prossime decadi.
Viene ricordato che le grandi compagnie del petrolio tendono a sovrastimare il contenuto dei loro giacimenti. Non si parla di tempi e di interventi a livello dei problemi.
Manca una vera e propria “levatrice”, anche se sono presenti tutte le ragioni e le condizioni del cambiamento.
Si può quindi pensare a una convergenza tra:
- amministratori regionali e locali con vedute aperte;
- operatori interessati ai nuovi settori;
- associazionismo ambientale;
- ricerca e università, in quanto autonoma culturalmente;
- settori sindacali con vedute aperte;
- cittadini, consumatori.
Questa convergenza dovrebbe costituire un’area attiva, in grado di mettere a disposizione dei cittadini-consumatori e degli operatori industriali, anche essi compratori, i vantaggi delle nuove soluzioni, a condizioni per loro accettabili.
STRUTTURA MORFOLOGICA E CONDIZIONI DI SOL E VENTO IN CALABRIA
Si può considerare l’analogia tra:
- corsi d’acqua, risorse meccaniche naturale, raccolte mediante turbine con palette;
- flussi di vento, a volte incanalati nelle fiumare, risorsa meccanica naturale, che si può raccogliere mediante turbine, realizzate con ruote e con pale preferendo le situazioni di vento con buona continuità.
Si tratta quindi,. In ambedue i casi, di raccogliere una risorsa energetica naturale, in forma meccanica.
L’energia idroelettrica fornisce all’Italia 40-45 miliardi di Kwh/anno, non si vede perché il vento non dovrebbe fornire, nei prossimi anni, una metà di questa energia.
Viene posta giustamente la questione del paesaggio, ma sarebbe ingiusto porla come se si trattasse di pesanti e inquinanti impianti industriali.
Si tratta piuttosto di assumersi la responsabilità di progettare in modo adeguato ad una accorta e culturalizzata alleanza tra uomo e natura, alleanza che deve lasciare segni nel paesaggio, distinguendo tra le varie situazioni e le varie soluzioni e non accettando che la visibilità del segno sia di per sé un fattore per scartare una iniziativa.
Una cultura di natura incontaminata non è opportuna né praticabile in un paese come l’Italia, denso non solo di urbanizzazione (anche troppo, anche non responsabili), ma anche di valori monumentali, architettonici ed anche agricoli (ulivi in Toscana, aranci in Sicilia e Calabria, segni e prodotti di attività umana).
Occorre quindi una progettazione accorta, non guidata dal massimo del profitto, ma dall’ottimo inter-disciplinare ( vedi in allegato il volume ISFOL) e gestita in modo democratico e partecipato. L’acqua e il vento ricordano, sotto questo aspetto, le terre comunali e pongono problemi, in forma opportuna, di partecipazione ai vantaggi della coltivazione della risorsa locale. Energia e agricoltura si integrano bene, in questa impostazione.
L’eolico stesso si presta ad essere utilizzato sia in parchi eolici, ad esempio 300 Mwe su 15 parchi da 20 Mw medi ciascuno (una pala, un Mw), sia in soluzioni di agricoltori individuali, che hanno vantaggio a installare un aero-generatore da 200 o 500 Kw.

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BIBLIOGRAFIA Questi elementi introduttivi trovano riscontri nell'allegata documentazione:
1. per la strategia di sviluppo, saggio di Paolo degli Espinosa, in Eupolis, n.29.
2. per i modi corretti di intervento, volume ISFOL citato, vari autori, tra cui Paolo degli Espinosa.
3. Per un esempio di riferimento nel Mezzogiorno, volume sulla esperienza del Fortore (obiettivo circa 500 Mwe).



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