Ora Locale

(Digita o Clicca su "Ora Locale" per tornare indietro)


Un programma per la valorizzazione delle risorse ambientali e umane

di Mario Alcaro


Tra i principali impegni che il gruppo redazionale di «Ora Locale» si è assunto c’è quello di riesaminare o meglio di ri-osservare il Sud secondo l’ottica della globalizzazione. Problemi e soluzioni – noi riteniamo – devono essere necessariamente collocati dentro il rapporto, oggi decisivo, fra globale e locale.
Ora, se si guardano le cose di casa nostra assumendo un punto di vista che disti un po’ più di un palmo dal nostro naso, non è che i buchi neri del firmamento meridionale scompaiano. Al contrario, restano; e sono ancora più visibili i loro effetti devastanti. Ma si dà il caso che, nel contempo, si manifestino e vengano alla luce e per la prima volta si lascino osservare potenzialità nascoste e sottratte allo sguardo frettoloso della quotidianità.
La globalizzazione è il compimento della modernità. Essa è il coronamento di un processo, iniziato cinque secoli fa, che ha portato l’Occidente alla conquista del Pianeta. Lo Stato moderno, l’industria e il mercato, la scienza e la tecnologia hanno dato l’impulso all’irresistibile ascesa del mondo occidentale. Chi è rimasto fuori dal processo, si è sentito escluso e s’è sforzato e si sforza disperatamente di costruire ponti che consentano il “passaggio a Occidente”. Il Giappone c’è da tempo riuscito. La Cina, forse l’India stanno per riuscirci.
Sennonché, questa trionfale ascesa dell’Occidente sembra portare ora ad una impasse. Essa si imbatte in almeno due insormontabili difficoltà: 1) il progressivo esaurimento delle risorse, prodotto dallo spreco e dalla dilapidazione dei beni naturali; 2) il progressivo inaridimento della complessità umana (rapporti affettivi, solidarietà, com-passione, valori etici, ideali politici, ecc.) e la trasformazione degli individui in “uomini ad una dimensione”.
Sul primo punto non c’è niente da argomentare, perché anche il Ministro Castelli ne ha cognizione. Sul secondo punto, invece, conviene segnalare rapidamente l’inarrestabile processo che sta conducendo all’aziendalizzazione del mondo, all’aziendalizzazione dell’intera umanità. Ormai si aziendalizza tutto, compreso l’Università e la ricerca scientifica. Viviamo nell’era del crepuscolo degli dei e dei valori. Un solo dio è rimasto in piedi, un solo valore domina incontrastato. Si tratta del principio economico dei costi e dei benefici. I conti devono sempre tornare. Morale, politica, solidarietà umana sono tutte sottomesse all’unica divinità superstite.
La conseguenza è la totale mercificazione della vita (denunciata persino dal Ministro Buttiglione) e l’aziendalizzazione del sistema-mondo. E val la pena di far notare che in un’azienda efficiente si può ben lavorare, ma certamente non si può vivere bene.
Rebus sic stantibus, non è difficile pronosticare che nel futuro le aree che potranno godere di un diffuso benessere sociale e consentire agli individui una “buona vita” saranno soltanto quelle regioni che disporranno ancora di rilevanti risorse naturali ed umane.
Possiamo a questo punto passare alla Calabria. Essa è, sul piano economico la Cenerentola dell’Occidente (nel senso che è tra le regioni più povere di un territorio che vive nell’abbondanza e nello spreco). Ma dispone di notevoli beni naturali e umani. Beni naturali: un patrimonio boschivo che è il più rilevante del Mediterraneo; un prezioso patrimonio idrico dovuto alla configurazione territoriale (le montagne che vanno dall’Aspromonte e dalla Serre alla Sila e al Pollino costituiscono una sorta di cresta o di bastione su cui si arrestano e si condensano i vapori acquei che salgono dai mari strettamente circostanti); un invidiabile patrimonio costiero e marino; le condizioni climatiche e ambientali ideali per un’agricoltura di qualità; le numerose aree archeologiche e paesaggistiche che consentono lo sviluppo di un turismo qualificato. Risorse umane: la permanenza di rapporti solidi e profondi; la tolleranza nei confronti del diverso che si è tanto consolidata da far parte dell’identità calabrese; le capacità intellettuali e professionali («non vi è alcun dubbio – riconosce anche Aurelio Misiti sul “Portafoglio”, supplemento economico del “Quotidiano della Calabria” del 7 dicembre 2003 – che le professionalità espresse in ogni campo della cultura umanistica e tecno-scientifica dalla nostra regione siano tra le più elevate del continente europeo»).
Ebbene, quanto si è sin qui detto serve solo da premessa per presentare una proposta di cui «Ora locale» si rende portatrice. Di che si tratta? Si tratta di un progetto per la Calabria, di una piattaforma programmatica generale per la discussione che deve preparare la campagna elettorale delle Regionali del 2005. Vari esperti hanno adoperato le loro competenze per segnalare ciò di cui si ha bisogno per la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse di cui dispone la nostra regione.
In tutti i contributi si parte dall’idea che lo sviluppo della Calabria debba avere come obbiettivo principale l’accrescimento del benessere sociale delle persone e che per realizzare tale accrescimento non sia strettamente necessario – come dice Piero Bevilacqua su questo stesso numero - «attendere un corposo incremento del PIL, l’arrivo di ingenti risorse finanziarie esterne, o un ulteriore ampliamento del mercato all’interno della vita sociale». L’obbiettivo di fondo che si deve perseguire è – conviene ripeterlo ancora – quello della salvaguardia e della valorizzazione razionale delle risorse naturali e umane disponibili. E ciò non può che produrre un sensibile miglioramento della qualità della vita di ciascuno.
Poiché la proposta di una piattaforma programmatica per la Calabria vuole essere analitica e articolata s’è deciso di dedicare ad essa due numeri. Su questo numero compaiono i seguenti contributi: P. Bevilacqua (Strategie non economiche per il benessere sociale); Pieroni-Ziparo (Per una politica sociale dell’ambiente); G. Anania (Quali politiche regionali per l’agricoltura?); Tonino Perna (Politiche per la valorizzazione della montagna e il riequilibrio del territorio); il Rettore dell’Università della Calabria, G. Latorre interviene sul sistema universitario calabrese e sul problema degli sbocchi occupazionali; S. Gambino sul rafforzamento dei poteri degli enti locali (in particolare dei Comuni) e sulla trasformazione della Regione in Ente (“leggero”) di programmazione e di controllo; Cuccomarino avanza una proposta sul reddito di cittadinanza e il Welfare locale, mentre G. Lavorato, già sindaco di Rosarno e da decenni impegnato sul fronte della lotta alla mafia, indica le linee principali di una efficace azione sociale e politica contro la criminalità organizzata.
Sul prossimo numero ci si occuperà dei problemi del turismo (Nuccio Novene), del mondo della scuola (Dino Vitale), dei centri urbani, e del recupero delle coste (Alessandro Bianchi), ecc.
Proporremo innanzitutto ai cittadini di discutere la nostra proposta «per un governo diverso della Calabria» e promuoveremo una serie di incontri nei principali centri calabresi. Chiederemo, poi, ai giornali e alle TV locali di aprire ampi dibattiti in merito. Da ultimo, cercheremo di istituire forme di confronto con i partiti e con le altre forze politiche.



Ora Locale

(Digita o Clicca su "Ora Locale" per tornare indietro)


L'edizione on-line di Ora Locale e' ideata e progettata da
Walter Belmonte