Ora Locale

(Digita o Clicca su "Ora Locale" per tornare indietro)


Un’ipotesi progettuale per la lotta alla mafia

di Giuseppe Lavorato


L’impegno per liberare la Calabria dalla presenza oppressiva della mafia, per essere serio ed efficace, deve vivere ed operare dentro un progetto complessivo di sviluppo democratico del territorio, dell’economia e della società.
Democrazia, legalità e qualità dello sviluppo sono temi strettamente e strutturalmente interconnessi. Oggi, nel mondo, vi sono governi che promuovono lo sviluppo dei loro paesi con la complicità verso i fenomeni illegali, oppure con l’assenza delle leggi necessarie a fronteggiare la criminalità internazionale e transnazionale. Sono quei governi che agevolano il traffico delle armi, quelli (come la Colombia) che incentivano il traffico e la coltivazione della droga, e come l’Afganistan, diventato il più grande produttore di oppio, a seguito di una guerra che, nelle false motivazioni di chi l’ha voluta, avrebbe dovuto costruire in quelle terre libertà, democrazia, civiltà. Vi sono vaste aree del pianeta che attraggono investimenti e promuovono lo sviluppo economico con la più completa deregulation salariale e normativa, che comporta lo sfruttamento bestiale del lavoro umano, compreso quello di milioni di bambini. E vi sono paesi (come la Thailandia) che attraggono il turismo ricco anche con gli incentivi più abbietti quali il commercio sessuale dei bambini.
Non è questo lo sviluppo economico che noi auspichiamo per la nostra terra, per le nostre popolazioni, perché esso offende e calpesta la dignità umana, i più elementari diritti sociali e civili, a vantaggio dei privilegi dei tiranni, delle oligarchie dominanti e delle tante holding finanziarie del cosiddetto mondo libero e civile occidentale che, nelle illegalità e disumanità di quei sistemi, costruiscono le loro grandi fortune economiche.
Per la Calabria e per il nostro Paese noi auspichiamo uno sviluppo economico democratico che mantenga ed estenda, assieme alla libertà e alla dignità della persona umana, tutti i diritti sociali e civili conquistati con grandi lotte e sacrifici. Non c’è alcun dubbio che la democrazia e la legalità siano condizioni intrinseche di questo sviluppo e che esse siano oggi pericolosamente insidiate dalle organizzazioni criminali e mafiose.
Non mi addentro nell’analisi del fenomeno mafioso calabrese (la ‘ndrangheta), perché su di esso la letteratura è già vastissima e perché sono convinto che, non solo la magistratura e le forze dell’ordine, ma anche tutti i Calabresi con un minimo di raziocinio di tale fenomeno conoscano tutto: i settori economici collusi, le connivenze e le protezioni, la grande potenza militare, le immense ricchezze economiche, ed anche i nomi ed i cognomi delle grandi famiglie mafiose. E conoscono anche la questione più importante: la mafia non è solo organizzazione militare che , in quanto tale, possa essere sconfitta dall’impegno esclusivo e solitario della magistratura e delle forze dell’ordine, ma essa è molto di più: è soggetto criminale che, con la forza dei suoi mezzi e la perversità dei suoi rapporti, interviene nella vita politica, pubblica ed istituzionale per piegarla ed assoggettarla ai suoi loschi interessi.
L’intreccio mafia, politica, istituzioni è un problema che attraversa la storia del nostro Paese, dall’unità ad oggi, un cavo elettrico ad altissima tensione che fulmina quanti allungano le loro mani e le loro inchieste per disvelarlo e colpirlo.
Falcone, Borsellino e tante altre nobili personalità, vittime dell’intreccio politico-criminale, testimoniano che è necessario un democratico, efficace, concreto progetto politico capace di coinvolgere sinergicamente le istituzioni e le forze sociali.
È questo il compito al quale è chiamata a dare il suo contributo la Regione Calabria, il cui territorio è il più infestato e colpito dalla gravità e pericolosità di un fenomeno criminale che offende l’immagine di un popolo laborioso ed onesto ed impedisce lo sviluppo democratico delle sue grandi risorse e potenzialità.
Il punto di partenza è la costruzione di una ipotesi progettuale, che può essere elaborata da un gruppo di lavoro composto da rappresentanti delle Università, delle assemblee elettive, delle organizzazioni sindacali, delle associazioni antiracket ed antiusura.
I cardini di essa dovrebbero essere:
A) diffusione della cultura della pace, dell’accoglienza e amicizia tra popoli di diversa storia, cultura, religione; concrete iniziative di sostegno allo sviluppo democratico delle aree povere del mondo, iniziando dai Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo.
B) opposizione al progetto di investimenti ipotizzato dagli attuali governanti (fondato su opere dannose come il Ponte sullo stretto, le centrali a metano) che costituisce la continuazione di quella lunga e nefasta politica che ha distrutto risorse, prodotto disoccupazione e degrado.
Proposizione di un progetto alternativo fondato sulla difesa del territorio dal rischio idrogeologico, sulla riduzione degli effetti del rischio sismico, sulla valorizzazione dell’ambiente naturale, storico-culturale e archeologico. Un progetto che ha il pregio di corrispondere al bisogno di lavoro dei disoccupati, perché impegnerebbe intensamente Università, laureati, tecnici, operai.
C) istituzione di un osservatorio regionale (con rappresentanti della Regione, delle assemblee elettivi locali, delle forze dell’ordine, delle associazioni antiracket) con compiti di verifica del rispetto dei diritti normativi, previdenziali, assistenziali e salariali su tutti i posti di lavoro (dai grandi centri commerciali, alle attività edilizie ed agricole etc.); con compiti di verifica e proposta di scioglimento di cooperative ed associazioni di produttori dirette o infiltrate dalla mafia; con compiti di verifica e di proposta di sanzioni politiche agli enti responsabili di inerzia ed inadempienze nell’utilizzo dei beni confiscati alla mafia; D) adeguato incremento di risorse economiche (in aggiunta a quelle nazionali ed europee) nell’apposito capitolo di bilancio per sostenere concretamente i progetti finalizzati alla utilizzazione dei beni confiscati alla mafia; per iniziative di recupero dei giovani a rischio di devianza; per il risanamento dei quartieri degradati;
E) Costituzione di un ufficio legale regionale per coordinare e sostenere gli enti locali che si costituiscono parte civile nei processi penali contro le cosche mafiose e nei successivi procedimenti civili promossi per ottenere il risanamento economico degli immensi danni morali e materiali inferti dalla mafia alle nostre popolazioni.
Completata la elaborazione, l’ipotesi progettuale dovrà essere proposta alla discussione ed all’esame di tutti i consigli comunali della Calabria (in sedute aperte al contributo del pubblico) e dei Consigli Provinciali. Il Consiglio Regionale concluderà l’esame, approverà il progetto e lo trasmetterà alla Commissione Parlamentare Antimafia affinché le massime assemblee elettive nazionali e europee, con i loro governi possano sostenerlo politicamente e economicamente, con le leggi e le risorse necessarie.



Ora Locale

(Digita o Clicca su "Ora Locale" per tornare indietro)


L'edizione on-line di Ora Locale e' ideata e progettata da
Walter Belmonte