Quando sentiamo parlare di Tarsia, la nostra mente riflette sul nazismo e sulle vicende legate al campo di concentramento Ferramonti dei primi anni '40. I ruderi di questo lager sono tuttora visibili nei pressi dell'omonimo svincolo autostradale. Per fortuna, Tarsia non ricorda solo infelici storie del passato, ma anche il nome di un'importante area protetta: la Riserva Naturale Regionale "Lago di Tarsia".
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Situata a circa 35 km a nord dalla città di Cosenza, la Riserva è compresa nei comuni di Tarsia e S. Sofia d'Epiro. Si estende per circa 600 ha ad una quota altimetrica variabile da 60 a 230 m s.l.m. La sua storia inizia degli anni '60, quando, lungo il corso del fiume Crati è stata costruita una diga a scopo irriguo, che crea un bacino idrico artificiale, naturalizzatosi nel tempo. Con l'istituzione della Riserva, avvenuta nel 1990, la presenza di un vincolo ha favorito la conservazione di una zona umida calabrese di grande valore ornitologico sia per la nidificazione, la sosta e lo svernamento di molte specie d'Uccelli acquatici. Il fiume Crati attraversa le zone pianeggianti dell'area protetta per un tratto di circa 2 Km, prima di immettersi nell'invaso, mentre la bassa collina occupa la restante superficie.
Il bacino artificiale, presenta condizioni climatiche e idrologiche diverse che assieme ad altri fattori ecologici, hanno reso possibile lo svilupparsi di una complessa catena alimentare e, quindi, di una grande molteplicità d'animali. Tra le diverse specie di Vertebrati presenti nella Riserva, gli Uccelli sono sicuramente i più appariscenti e non passano certo inosservati. Questi, rappresentano una Classe d'animali dal fascino speciale che ne giustifica la loro grande popolarità. "C'è chi li ama e li osserva; chi crede di amarli e li possiede in gabbia; chi non ha superato la primitiva sete di possesso generata dall'attrazione e li uccide a fucilate"1. Tutto questo, nel bene o nel male è la conseguenza della grande attrazione che gli Uccelli esercitano sulla nostra specie. I birdwatchers, cioè chi osserva gli Uccelli selvatici nel loro ambiente naturale, muniti di binocolo, taccuino e di una guida al riconoscimento delle specie, sono in costante aumento. Non è raro, infatti, vedere, nella Riserva, singole persone o intere famiglie, che si dilettano ad osservare Uccelli per pura passione oppure a scopo di studio.
Gli Uccelli osservati nell'area protetta sono molti, ma non tutti sono presenti assieme nello stesso momento. Ogni periodo dell'anno, infatti, si colora della presenza di specie diverse, che ne definiscono le stagioni, quasi come un calendario.
In primavera i migratori provenienti dai quartieri di svernamento africani, trovano nella Riserva un luogo sicuro dove poter sostare e nutrirsi, per poi proseguire la migrazione verso nord. Nei mesi di marzo ed aprile è possibile osservare alcuni tra i più appariscenti e carismatici trampolieri come la grande ed elegante Cicogna bianca, dal piumaggio bianco e nero contrastante e dalle zampe e becco rossi; la Cicogna nera, appartenente alla stessa famiglia, si distingue, dalla precedente, per le tinte del piumaggio nero iridescente del collo, testa ed ali, in contrasto con il bianco delle parti inferiori; alcuni rapaci come l'agile Albanella minore, dalle ali ben sviluppate ed appuntite e dal volo basso; il Falco pescatore, specializzato nella cattura dei Pesci attraverso spettacolari tuffi; anatre, come la graziosa Marzaiola, che fa la sua comparsa in acque poco profonde ricche di vegetazione; limicoli, come la Pittima reale, inconfondibile per il suo lunghissimo becco, il piccolo Gambecchio, la Pettegola, la Pantana ed il Combattente, che frequentano tipicamente le distese fangose della Riserva, dove si alimentano abitualmente. A questi si associano i Passeriformi, come la delicata Cutrettola, distinguibile per le parti superiori verdastre in contrasto con quelle inferiori gialle, mentre lo Stiaccino e la Sterpazzola si osservano, rispettivamente ai margini del lago ed in arbusti delle zone più aride. Agli inizi di maggio, quando l'invaso è fatto riempire, appaiono, come per magia lo Svasso maggiore, il Tuffetto e talvolta anche lo Svasso piccolo. La primavera è anche il periodo in cui molte specie residenti e migratrici si riproducono nella Riserva. Lo Svasso maggiore ci meraviglia per le sue vistose danze nuziali e per l'abitudine di trasportare i pulli sul dorso, mentre le femmine di Germano reale fanno da guida agli anatroccoli, pronti a nascondersi tra la vegetazione al minimo segnale di pericolo. In questa fase, i pulli, sono criticamente esposti alle minacce che arrivano anche dall'alto, come l'agile e temibile Falco di palude. Altre specie nidificanti come la Folaga, lo Svasso maggiore ed il Tuffetto, costruiscono piattaforme nido galleggianti ancorati alla vegetazione emergente, mentre nei canneti nidifica la Gallinella d'acqua ed il Porciglione. Quest'ultimo, difficile da osservare direttamente per le sue abitudini elusive, si riconosce per l'inconfondibile verso che ricorda il grugnito di un maialetto. Se ci spostiamo nei boschi igrofili di salici, pioppi ed ontani, ricchi di sottobosco, possiamo ascoltare il canto di migratori nidificanti come il Rigogolo, l'Usignolo e la Tortora, che trovano in questi boschi naturali l'habitat ideale per nidificare; mentre nelle zone di macchia, nidifica la Sterpazzolina. Nelle aree aperte e fangose del fiume Crati, si osservano gruppi di balestrucci e di rondini prelevare fango per la costruzione del nido. In maggio arriva, anche, lo splendido Gruccione che tra gli Uccelli europei è certamente uno dei più sgargianti. Il castano superiormente, l'azzurro-mare delle parti inferiori e del groppone, sono in contrasto con la gola gialla. Un altro Uccello dai colori accesi, ma presente tutto l'anno, è il Martin pescatore, che si lascia osservare appollaiato ai margini del lago e del fiume, oppure in volo sull'acqua. Le parti superiori azzurro cangiante e quelle inferiori color arancio lo rendono inconfondibile. Camminando lungo il bosco igrofilo non si può certo rimanere indifferenti di fronte al grazioso Pendolino. Dalle dimensioni di una Cincia mora, è conosciuto per le sue sorprendenti capacità di costruire l'originalissimo nido appeso ad un sottile ramo, completamente libero di oscillare al vento, da cui ne deriva il nome.
Gli Uccelli nominati fin qui, su una scelta puramente arbitraria, sono una piccola parte di quelli effettivamente rilevati. Complessivamente, infatti, le specie da me censite nella Riserva Naturale "Lago di Tarsia", dal 1995 al 2001, ammontano a 143. Questo numero, tuttavia, è destinato ad aumentare negli anni a venire, se continue e regolari saranno le osservazioni.
La Riserva Naturale "Lago di Tarsia", assieme alla "Foce del Crati" è una delle due riserve d'istituzione regionale, decretata per perseguire alcune importanti finalità, tra cui: "la conservazione delle caratteristiche ambientali, naturali e paesaggistiche del territorio e del suo complesso equilibrio ecologico; l'ammissione della collettività al godimento dei beni conservativi per fini culturali, scientifici, educativi e ricreativi e, di creare nelle suddette riserve, una vera e propria oasi del birdwatching".
L'area umida, merita quindi, secondo il mio parere, maggiori attenzioni ed investimenti economici da parte della Regione Calabria, poiché la sfida dei prossimi decenni, a livello globale, è raggiungere buoni standard di qualità dell'ambiente.
Note
(1) LAMBERTINI M., Birdwatching 1.0 & Ornitologia. Editori Riuniti. Roma, 230 pp., 2001