Mario Alcaro mi telefona in uno di quei pomeriggi di stallo dell'umore pubblico dei cosentini migliori e mi dice: Rodò, insieme ad altri della redazione, stiamo pensando di organizzare un incontro pubblico regionale, tra tutti coloro che vogliano impegnarsi a dare una rappresentanza politica all'area di sinistra che oggi né è priva.
Costruire un progetto-programma di massima, che individui temi, tempi, forme e soggetti di un'azione politica mirata ad unire le forze per un rinnovamento della sinistra. Ora Locale, senza velleità profetiche, si offre come luogo del dibattito che terrà il suo primo incontro all'Unical.
Bene dico io e lo ringrazio, finalmente una discussione seria; quindi nonostante gli scetticismi, siccome siamo uomini del Sud e del suo tempo, contattiamo la maggior parte dei soggetti in campo, dai DS ai SF (social forum), ed alla presenza di giornalisti, docenti, studenti e forze sindacali, nell'Aula Caldora., ha inizio un tentativo della sinistra di levarsi dalla situazione asfittica in cui si è andata a cacciare.
Mario, nell'aprire l'incontro e riducendo la relazione, reperibile sui nostri siti internet, focalizza due temi:
1) l'anti-liberismo
2) la democrazia partecipativa. Due basi possibili per costruire un terreno comune a tutte le forze politiche interessate alla proposta di una rifondazione della sinistra. Sono, anche a mio parere due temi centrali, due facce della stessa medaglia, la democrazia partecipativa è anti-liberismo; esse implicano un'ideologia che ha come obiettivo il superamento del modello di "società di mercato".
A propostito del liberismo si è ribadita che la volontà di trasformare il mondo in una impresa che schiavizzi l'uomo ai principi aziendalistici e lo riduca a mera pecunia, deve incontrare un limite, un confine politico da parte di una sinistra comune.
L'altro tema introdotto dal direttore di Ora Locale è la Democrazia partecipativa, un altro grande tema sul quale devono convergere tutte le forze della sinistra: offrire agli individui ed ai gruppi sociali, specie a livello locale, l'opportunità di difendere le acquisizioni della propria eredità di cultura e civiltà. Un obiettivo prioritario, già centrato dai soggetti sociali e dai movimenti culturali antagonisti e internazionali, come i no global, gli ecologisti, che non rivendicano interessi privati o particolari ma sono portatori di un interesse comune e generale: opporsi all'inquinamento umano, sociale ed ambientale che si scontra con gli interessi imposti da quei pochi potenti della terra, prigionieri del feticcio della penuria e dell'economia del PIL.
A Genova nei giorni precedenti il G8, si sono tenuti convegni sull'alimentazione, sulla finanza e più in generale sui disastri della modernità; che hanno visto l'adesione di larghi strati di popolazioni, ha testimoniato la mancanza di un'ansia da liberismo negli uomini del pianeta ed inoltre, cosa più importante, che è più diffusa una coscienza planetaria ecologista e solidale che di adesione alla produzione tout court.
Dopo la eclazione di Alcaro Giuseppe Pierino interviene su un altro tema tragicamente centrale quale è quello della guerra, intesa come ultimo stadio del controllo capitalistico sul mondo; qualche settimana fa il Prof. Toni Negri ha tenuto un seminario all'Unical, in cui ha sviluppato questo tema traendo spunto da un suo libro " L'Impero", oggi ancora pìù attuale. L'apparato militare industriale è il settore economico più rilevante al mondo, esso produce un fatturato più alto del settore petrolifero o tecnologico o finanziario, che sono tre business pilota a livello mondiale; eppure allo stesso tempo, un settore di tale "calibro" economico è sottratto ad un controllo democratico. Le dimensioni del fenomeno ne fanno un altro tema da indicare e che segni un discrimine per tutto l'arco della sinistra.
Il dibattito continua, e numerosi interventi arricchiscono l'incontro sino al punto di dover concordare ulteriori iniziative ed altri incontri.